Roberto Morini (fisico nucleare e filosofo)
11 dicembre 2017
Questo non è un nuovo articolo, è una modesta indagine giornalistica ma, pur
Questo non è un nuovo articolo, è una modesta indagine giornalistica ma, pur sempre rilevante, resasi necessaria per consapevolizzare l’opinione pubblica su quanto sta accadendo a sua insaputa.
Del continente antartico sappiamo solo quello che ci hanno riferito finora e, comunicano, di tanto in tanto. Anche se la proiezione di Mercator pare sia fuorviante e distorca drasticamente le dimensioni e, soprattutto la forma delle aree, che si avvicinano ai poli, il tema di questo argomento può essere sviscerato solo sulla cartografia ufficiale, corretta o sbagliata che sia, poiché in altro modo i dati convergenti sarebbero incomprensibili.
Su una Terra a globo, secondo il PNRA, sarebbe uno dei continenti più grandi del mondo, con una superficie di circa 14 milioni di Km2, ai quali vanno aggiunti 1,5 milioni di Km2 di barriere. «Intorno al continente, soprattutto intorno alla Penisola Antartica, si trova un ampio numero d’isole. Per alcune di queste (tutte quelle comprese entro i 60° di latitudine sud) il Trattato Antartico stabilisce la sospensione delle rivendicazioni da parte dei paesi. Solitamente si distinguono le Isole antartiche ovvero quelle a ridosso del continente, comprese nella Convergenza antartica (larga dai quaranta agli ottanta Km e distante circa 1.600 Km dalla costa) e unite al continente dal ghiaccio, e le Isole sub-antartiche site nei pressi, o esternamente alla convergenza, e unite al continente dalla banchisa solo nei mesi invernali». Le dimensioni, tuttavia e, sempre secondo i dati ufficiali, pare siano lievitate (dalla parte opposta allo scioglimento, i ghiacci si ricompattano), aggiungendo circa 3,8 milioni di Km2 solo dal 1974 al 1994.
Nonostante rimanga ancor’oggi un mistero, il perché gli USA non abbiano reclamato la loro sovranità sul continente antartico, non solo essendo usciti vincitori dal secondo conflitto mondiale ma, avendo teoricamente preso possesso dell’Antartico con i suoi primi isolati esploratori, in occasione dell’Anno Geofisico Internazionale del 1957-58, in accordo con le Nazioni Unite si dichiararono favorevoli per quello che l’anno seguente (01/12/1959) divenne il “Trattato Antartico” (o “Trattato di Washington”, efficace dal 23/06/1961, al quale, nel 2015, aderivano già 53 Paesi). Attraverso quest’accordo, i dodici Paesi firmatari, avevano annunciato al mondo, che l’area, coperta dal Trattato, si estendeva sotto il 60° parallelo Sud (ben delineato nella mappa a fianco), inclusa tutta la calotta ghiacciata (Art. VI). E che tale area, in buona sostanza, era stata inserita tra i “Patrimoni dell’umanità” (“Res communis omnium” «[…] spazi che non possono essere oggetto di appropriazione da parte degli Stati», ONU 1967. Principio accolto dalla Convenzione di Montego Bay del 1982).
Che ci fossero delle rivendicazioni da parte di sette Stati sovrani (Argentina, Australia, Cile, Francia, Nuova Zelanda, Norvegia e Regno Unito), non è mai stato un mistero. In ogni caso, sempre in base al Trattato, sarebbero sospese tutte le rivendicazioni territoriali dei diversi Paesi: tali pretese, coprono l’intera area, eccezion fatta per il «Territorio non rivendicato da 90° W a 150° W (che, come vedremo, è stata occupata da altri e che il Trattato, almeno in buona parte, doveva riconoscere)». Confermato anche dalla Farnesina: «Il Trattato dispone il congelamento delle pretese di sovranità territoriale delle Parti sull’Antartide, funzionale a un utilizzo pacifico del continente (Farnesina, “Il Sistema Antartico”)». C’è, tuttavia, un po’ di confusione, perché «L’articolo IV del Trattato, che parla della questione delle pretese territoriali, specifica chiaramente che le rivendicazioni precedenti al Trattato non riguardano il Trattato stesso». Questo, tuttavia, non è per ora pertinente su quanto, qui, si vuole esporre. Fissato, quindi, il quadro generale, entriamo nel merito.
Che esistesse un vasto territorio di nome “Antarticland”, retto da un regime monarchico, è storia, anche se nessuno l’ha mai posta in evidenza, tranne quando è salito agli onori della cronaca (30 marzo – 1 aprile, 2013) per uno sbandierato colpo di stato e, per le accuse giornalistiche su ciò che è stata liquidata, frettolosamente, solo come una “no tax zone”.
Dal Sito editoriale governativo alla voce “Territorio di Antarcticland” si legge che «[…] è uno Stato indipendente e sovrano entro i confini compresi tra il polo sud e il 60° (Parallelo) Sud di latitudine e contenuti tra la longitudine 90° W e la longitudine 135° W; oltreché: A) l’Isola di Alessandro I, coordinate 71° 00′ S – 70° 00’ W. B) l’Isola Pietro I, coordinate 68° 53′ S – 90° 34′ W. C) l’Isola Carney, coordinate 73° 57′ S – 121° 0’ W. D) l’Arcipelago di Joinville, coordinate 63° 15′ S – 55° 45′ W». Più espressiva delle coordinate, è la mappa posta alla fine del documento, che inquadra l’area perfettamente all’interno delle delimitazioni del Trattato. Un’area, mai rivendicata da nessuno stato (e, nemmeno stranamente, poi si capirà il perché), da quando, nel 1820-21, l’ammiraglio Fabian Gottlieb Benjamin von Bellingshausen (1778-1852), a bordo della Vostok, scoprì il continente, e creò lo Stato di Antarcticland, per difendere le terre di ghiaccio che aveva scoperto.
Tre anni prima, nel 1819, lo Zar Alessandro I, aveva autorizzato questa spedizione nei mari del Sud, finanziata dai Cavalieri Ospitalieri (di cui era il 74° “Gran Maestro dell’Ordine” dal 1816), alla ricerca di quella “Terra Australis” che compariva in numerosi portolani, rinunciando a priori ai nuovi territori, lasciandoli in possesso dei Cavalieri che gli avevano salvato la vita. Alessandro stesso aveva patrocinato la costituzione di un commando speciale segreto, all’interno dei Cavalieri di Malta (o, Cavalieri Ospitalieri), affinché si occupasse della sua protezione. Il nuovo corpo assunse il nome di “Ordine dei Cavalieri di Ghiaccio” e la sua luogotenenza fu affidata all’ammiraglio della flotta imperiale, Fabian Gottlieb, per questo nominato “Gran Maestro dell’Ordine” (Già «figura di rilievo all’interno dell’Ordine Ospitaliero»), quale ricompensa dei servizi resi.
È lecito pensare che non sia stato difficile rintracciare quella famosa “Terra Australis”, infatti, nella terza settimana di luglio, Bellingshausen salpò alla volta di Portsmouth, sulla costa meridionale dell’Inghilterra e, a Londra, s’incontrò con il presidente della Royal Society, Sir Joseph Banks (Royal Society, cioè, «la moderna massoneria, che aprì le logge dei “costruttori”, create dai monaci benedettini nel VI secolo, anche agli intellettuali non legati all’arte “muratoria”»). Banks fornì alla spedizione libri e cartine per la navigazione. «La comunanza del carattere cristiano, la vicinanza alla Royal Society e, l’onnipresenza degli Hannover, fanno sospettare che i Cavalieri Ospitalieri e, la massoneria di Stretta Osservanza, lavorassero di fatto come un corpo unico. Altro dato interessante è la creazione di un protettorato Gesuita sui Cavalieri di Malta, negli anni che vanno dal 1798 al 1814. I Cavalieri di Malta che, nel 1768, avevano espulso i Gesuiti dalla loro isola, in Russia (Dove la zarina Caterina II rifiutò l’exequatur al decreto di papa Clemente XIV del 1773), accettarono di servire i loro ordini». Così si spiega perché, nessuno Stato, ha mai avuto il coraggio di fare rivendicazioni su quest’area definita, ambiguamente, dal Trattato Antartico: “Territorio non rivendicato”.
Quello che è difficile spiegare è come questo “regno”, grande come mezza Europa, dapprima gestito dal “Ordine dei Cavalieri di Ghiaccio”, divenuti subito dopo “Sovrano Ordine dei Cavalieri di Antarcticland”, recentemente diviso in due principati da «Sua Altezza, il Principe Giovanni Caporaso Gottlieb (Avvocato, noto come il re italiano dei paradisi fiscali che vive e lavora a Panama) ex Gran Maestro del Sovrano Ordine dei Cavalieri di Antarcticland e Reggente di Antarcticland» sia finito in parte a tre altri faccendieri italiani. Questi sarebbero, secondo la stampa: Rolando Righetti di Verona, Eugenio Lai di Cagliari e Cesare Fussone di Foggia, titolari, sempre secondo la stampa, della “Antarcticland Treasury S.A.” di Panama (che se è una società anonima, non si sa come sia stato possibile identificarne i soci). In ogni caso, Righetti è divenuto improvvisamente “Altezza Serenissima” e Lai, che reclamava lo stesso titolo, ha cominciato a dare battaglia legale. Quello che è ufficiale ora, è l’allontanamento di Righetti per “indegnità”.
Ciò che, invece, ha messo in moto questa ricerca, è un “vuoto” tra il “Territorio non rivendicato da 90° W a 150° W” e quello dichiarato, quando Antarticland era ancora uno “stato” indiviso: da 90° W a 135° W. Un vuoto non di poco conto, di cui nessuno parla o, ufficialmente sa qualcosa.
Cercando attraverso le coordinate mancanti, grado per grado, è emerso che una parte di questo “vuoto” «Geographical Location: South Pole 60º S from 135º W to 141º W», è occupato da un neonato (29/09/2011) “stato” denominato “Sovrano Stato Antartico di San Giorgio”. Tenendo ben presente che il “vuoto” non è ancora colmato (Mancherebbe un “from 141º W to 150º W”), e che occorre cercare ancora, vediamo intanto di cosa si tratta.
Il “Sovrano Stato Antartico di San Giorgio”, come si legge meglio nel suo profilo, è stato fondato a Lugano (Svizzera), in data 29 settembre 2011, come soggetto di diritto internazionale indipendente, da: Mario Luigi Farnesi, Conte di Sant’Arcangelo, Barone di Valsenga (Divenuto «Capo dello Stato, Principe e Gran Maestro dell’Ordine»); Paola Dalle Luche, Contessa di Sant’Arcangelo; Liliya Koshuba, pedagoga (la stessa, appare negli atti costitutivi del “Regno dei SS, Pietro e Paolo”, di seguito posto in evidenza, ma con ben altro titolo: “Rettore dell’Istituto Superiore di diritto nobiliare di Ragusa”) e Damiano Bonventre, Duca di San Carlo. I suddetti sarebbero membri a vita del “Supremo Consiglio Teocratico”. Conseguentemente, è stato omologato con sentenza n. 2/2013, pronunciata a Modica (Ragusa) in data 31 gennaio 2013, dal Tribunale Civile Internazionale – Organo Permanente della Corte Europea di Giustizia Arbitrale di Ragusa (che, tra le tante cose, ha concesso il diritto all’immunità giurisdizionale, all’immunità tributaria, all’immunità diplomatica) e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n° 39, Regione Sicilia, del 28/9/2012, riferimento: LC/39/P0004.
Interessantissimo leggere il profilo anche per i “principi ispiratori” che richiamerebbero quelli dell’Ordine (Collegio) dei Cavalieri di San Giorgio istituito in Roma, e consultare il Sito ufficiale, per rendersi conto di cosa si tratti e degli intrecci con stati e organizzazioni, così com’è curioso che il coordinatore sia un Ingegnere aerospaziale, tale Flavio Sangalli.
Ed eccoci giunti a identificare la proprietà dell’ultimo “vuoto” «Geographical Location: South Pole 60º S from 141º W to 150º W» che appartiene a un altro “stato” il “Regno dei Santi Pietro e Paolo” (in altro titolo, rilasciato in data 25/01/2010 dal notaio Vincenzo Giacalone di Alcamo, “Sovrano Militare Ordine Ospedaliero dei SS. Apostoli Pietro e Paolo, in seguito – 22/12/2011 – trasformato con l’attuale denominazione), anche questo omologato dallo stesso solerte Tribunale Civile Internazionale – Organo Permanente della Corte Europea di Giustizia Arbitrale di Ragusa, con sentenza definitiva del 3 luglio 2012 (iter procedurale iniziato il 29/05/2008). La sentenza è stata iscritta al n° 3/2012 del Registro Generale della Corte di Giustizia Arbitrale di Ragusa, irrevocabile dal 18 febbraio 2013.
Nei documenti ufficiali non ci sono indicazioni sui fondatori, a parte Marcello Gentile (urologo e andrologo italiano) che ha assunto i titoli e il nome di «Sua Maestà Don Marcello Maria I Gentile, Re del Regno dei Santi Pietro e Paolo, Principe di San Pietro, Gran Maestro dell’Ordine dei Santi Pietro e Paolo e Presidente del Consiglio di Governo (formato da due ministri: Alberto de Cristofaro alla Sanità e Francesco Fulco agli Affari esteri)». È, in ogni caso, lecito supporre che gli appartenenti al primo Consiglio di stato (nominati senatori e Lord a vita), rientrino nello schema. Tali sono: «Gennaro Ciletti, Alberto de Cristoforo, Vincenzo Ferraro, Francesco Paris Gentile, Vito Gentile e Roberto Grassi».
Tra le “particolarità”, spiccano: 1) La pagina ”Contatti“, laddove è precisato che «Ci spiace, ma questo articolo è disponibile soltanto in Russian». 2) Lo Statuto, che alla voce “Principi ispiratori” recita: «Tre sono i fondamentali principi che hanno ispirato la creazione dell’Organizzazione del Regno dei Santi Pietro e Paolo: la pace, l’amore, la spiritualità» ma, in una video-intervista, il Gentile afferma che il suo principale interesse sono i “sogni” (che, vista l’architettura monarchica, si possono tradurre solo in un unico modo: “potere e… denaro”). 3) Sempre lo Statuto (Art. IV – “Stato e poteri” alla lettera ”e“) recita che il “Regno dei Santi Pietro e Paolo” s’impegna: «a promuovere e favorire la cooperazione interreligiosa». Forse è per questo motivo che, il 3/12/2014, ha nominato l’Admor di Malta (nato a Gerusalemme e discendente da una lunga dinastia rabbinica) “Sua Altezza Serenissima Principe di Aronne”, così come postato sulla pagina ”Spiritualità“ del Sito ufficiale. Infine, a chi consulterà il video indicato, o altri pubblicati dallo stesso Sito, si rammenta d’osservare bene la collana di metallo, cui è appesa l’insegna cavalleresca, portata da Don Marcello Maria I Gentile.
Il “Sovrano Stato Antartico di San Giorgio” e il “Regno dei Santi Pietro e Paolo” (Abbreviato anche ONG RESAPP), non solo nascono dallo stesso tribunale ragusano, ma hanno la medesima sede amministrativa a 6900 – Lugano (CH), in via Greina n° 2, presso Medigest SA (Società fiduciaria di diritto svizzero. Membro dell’Organo di Autodisciplina dei Fiduciari del Canton Ticino che, alla pagina “Legal Notice” pone in risalto una bella immagine di ghiacci, forse antartici, che nulla ha a che vedere con l’oggetto), e l’identico indirizzo ufficiale a Malta (uniformandosi anche al suo Codice Civile): 31-33, Emmanuel Attard Street, Santa Venera, SVR 1311. Un indirizzo condiviso da tanti (anche come Sede Principale di altri Cavalieri: i ”Missionary Knights“ e il ”Sovereign Order of Saint John of Jerusalem“ *World Confederation*, cioè i Cavalieri di Malta, Cipro, Rodi e San Pietroburgo). Tra gli altri, spicca la ”ESIA (European Security & Intelligence Agency – NATO Support Agency)“. Può darsi, quindi, che la nomina (13/08/2017) a “Ambasciatore itinerante” di Gaetano Zito, di Benevento, non sia un caso giacché, nel suo curriculum, ci sono rapporti di lavoro con il “Joint Force Command Naples (NATO)”.
Viene da ridere, a pensare che l’accesso al suolo dell’Antartide sia disciplinato da un’Authority che, con il pretesto di salvaguardare l’ambiente dalle intemperanze del turismo selvaggio, impone rigidi controlli sulle persone e, paradossalmente, anche sul materiale documentativo. Questa nobiltà, uscita dalla naftalina o, creata ex novo, ha appoggi tali da potersi inserire agevolmente ovunque voglia, conoscendo oltretutto gli escamotage per potersi imporre senza sforzo alcuno.
- L’art. 11 della Costituzione italiana, per esempio, prevede addirittura la promozione e il favore da parte dell’Italia delle organizzazioni internazionali rivolte ad assicurare la pace e la giustizia tra i popoli. Ed ecco inseriti questi intenti a caratteri cubitali ovunque ma, che resteranno solo tali, a meno ché dietro non ci sia un vero interesse economico, come è palese sull’immigrazione.
- L’art. 34 della Convenzione di Vienna, toglie ogni vincolo creato dal Trattato Antartico: «Un trattato non crea né obblighi né diritti per uno Stato terzo senza il Suo consenso». Svincolati, così, dal Trattato, possono fare ciò che vogliono, compreso lo sfruttamento delle risorse (congelato per gli aderenti, in prima istanza, per cinquant’anni dalla data di sottoscrizione, e successivamente rinnovato) di cui il continente è ricco (risorse petrolifere valutate in 40 miliardi di barili. I più grandi giacimenti di carbone e ferro con grandi quantità di nichel, manganese e uranio) e, magari, fungere anche da prestanome per conto terzi, in attesa di cedere i propri beni, come previsto da un sibillino riferimento: «In caso di scioglimento, il Consiglio assegnerà i suoi beni, dopo il pagamento di tutte le sue passività, a un’altra organizzazione legittima con scopi simili». Alla fine proveremo anche a “pensare male” si dice che, spesso, ci si azzecchi…
Intanto, la lista dei “regni” antartici non è finita qui. Strada facendo spuntano fuori come i funghi!
Nel 1907 c’è stata la rivendicazione ufficiale, da parte del Gran Maestro Gerlache de Gomery, di tutta la porzione di continente antartico compreso tra il polo sud e la latitudine di 60° Sud, e tra la longitudine 20° W e 80° W. Questa porzione (poi, “Sovrano Militare Ordine della Croce del Sud – SMOCS”), comprende tutta la Penisola Antartica con le isole circostanti, tra cui le Shetland Australi, le coste del Mare di Weddell, le Isole Sandwich Australi e, ovviamente, l’Isola della Croce del Sud (Quella più conosciuta come Georgia Australe). L’Isola Bouvet sarà annessa più tardi, nel 1926. La superficie totale del territorio amministrato direttamente dal SMOCS è di 1.713.300 Km2, e «[…] il suo nome ufficiale è Principato della Croce del Sud. Nonostante il nome, esso si dà un’organizzazione di tipo repubblicano con un parlamento composto di ottanta Cavalieri, il quale esercita il potere legislativo ed elegge il “Gran Maestro” (con il titolo onorifico di Principe), la cui carica è a vita (Anche il Vaticano passa per uno Stato, ma è una monarchia assoluta retta da un Principe: il papa)». La capitale è Weddell, e la moneta è «lo Scudo della Croce del Sud che, dal 2004, è agganciato all’Euro, con un’oscillazione che non può superare il (+/-) 10 % del suo valore».
Nato dall’ordine religioso cavalleresco con il nome di “Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni in Gerusalemme”, nel lontano 15/02/1113, con la bolla ”Pie postulatio voluntatis“ di Papa Pasquale II, nel 1919 è tra i membri fondatori della Società delle Nazioni e il 26/06/1945 è tra i paesi fondatori dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, della quale è membro, a pieno titolo, per la sua territorialità in Antartide.
Con una sua Agenzia Spaziale (ASCS), fondata nel 1977, lancia con successo nello spazio il suo primo satellite artificiale nel 1984, usando il Poligono Spaziale Europeo di Kourou, nella Guyana Francese. Contestualmente, l’ASCS firma anche importanti accordi di cooperazione con l’ESA (Agenzia Spaziale Europea). L’astronauta Luca Parmitano è il primo Cavaliere del SMOCS a volare nello spazio.
Con la morte del “Gran Maestro” Umberto Nobile (30/06/1978), come 81° “Gran Maestro” del SMOCS gli succede un altro italiano, Giovanni Ajmone Cat. Con lui il Principato della Croce del Sud, grazie alla sua particolare legislazione, diventa un vero e proprio paradiso fiscale, sede d’innumerevoli società offshore, e moltissime navi cominciano a battere la sua bandiera. Con l’incarico di 82° “Gran Maestro” del SMOCS, alla morte di Cat (18/12/2007) gli succede il “Gran Priore d’Inghilterra” Robert Matthew Festing, storico ed esploratore di fama mondiale.
Da quando, nel 1113, è finito sotto protettorato del Vaticano, il “Sovrano Militare Ordine della Croce del Sud” (e, il Principato della Croce del Sud) è diventato come una sua “costola”, tanto da ricevere la visita pastorale di Giovanni Paolo II, il 14/04/1987, e il coinvolgimento nelle nomine di Jorge Mario Bergoglio (1973, Superiore dei Gesuiti nel Principato della Croce del Sud. 20/05/1992, nominato Arcivescovo di Weddell, Primate del Principato e Legato pontificio presso il SMOCS. Dal 2005 al 2011, Presidente della Conferenza episcopale e Gran Cancelliere dell’Università Cattolica del Principato della Croce della Sud).
Da un “regno fantasma” che pochissimi conoscono, con quasi due milioni di chilometri quadrati di territorio, si passa a un altro, abbastanza vicino, di soli 10 Km2. Questo, ”Principato di Castel di Mirto“, “Sovrano e Dinastico Ordine dei Cavalieri di Portaspada di Livonia Cavalieri Teutonici” (che si dichiara: Ordine registrato e accreditato presso l’ONU e presso il Registro per la trasparenza europea), è sempre posto all’interno del Trattato Antartico, come tutti gli altri. Ha sede istituzionale «nel continente antartico, precisamente nella Stazione Castel di Mirto, la quale è situata alle seguenti coordinate: latitudine 68°45’0.00” S; longitudine 34°0’0.00“ E» e ha anche «la piena proprietà e l’esclusiva e assoluta potestà e giurisdizione sovrana sull’area quadrata, attorno alla Stazione Castel di Mirto, di 10 Km«sup>2</sup> i cui vertici hanno le seguenti coordinate: vertice 1 (latitudine 68°44’31.74” S e longitudine 33°56’57.37“ E); vertice 2 (latitudine 68°43’50.43” S e longitudine 34°1’15.20“ E); vertice 3 (latitudine 68°46’3.30” S e longitudine 33°58’45.61“ E); vertice 4 (latitudine 68°45’21.42” S e longitudine 34°3’4.01“ E)».
Questo principato, “Stato Sovrano” («La costituzione del Principato, l’atto Costitutivo e l’Arbitrato Internazionale con valore di sentenza di primo grado sono depositati in uno studio Notarile di Lugano dal 20 aprile 2015 e protetti da brevetto della Confederazione Elvetica. Status: Soggetto alla legge internazionale, riconosciuto nei territori degli Stati aderenti alla Convenzione di New York del 10/06/1958, esecutiva in Italia con la Legge 19/01/1968 / In accordo con le norme consuetudinarie della legge internazionale e della Convenzione di Vienna del 1961»), è governato dal divenuto «Gran Maestro S.A.S. il Principe Vito Caterini, Duca di Castel di Mirto e Rocca San Felice, Conte di Castel di Lama e Barone di San Sebastiano, Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana(Compresa l’assunzione di altri Magisteri dal 29/05/2016)». Nel cui curriculum risulta essere: «specialista in Cardiologia e Malattie Vascolari, specialista in Tisiologia e Malattie Respiratorie, Master Università di Firenze in Medicina NBC, diplomato in Psicologia della Criminalità e della Devianza». In altro curriculum, molto più ampio, pubblicato sul Sito ufficiale del Caterini, tra le tante cose si legge che è: «Magistrato Arbitrale – Giudice di primo grado della Corte Europea di Giustizia Arbitrale Tribunale di Ragusa». Ecco spiegato, perché tutti corrono a Ragusa per farsi omologare i loro regni antartici, rispolverare titoli nobiliari, crearne di nuovi, assumere diritti regali: ”Jus Imperii“ cioè il diritto di comando, ”Jus Gladii“ cioè il diritto d’Imporre l’obbedienza con il comando, ”Jus Majestatis“ cioè il diritto d’essere onorato e rispettato, ”Jus Honorum“ cioè il diritto di premiare il merito e la virtù.
Tra le particolarità, spicca un articolo, apparso su un quotidiano nazionale il 10/02/2014: «Nel cuore dell’Antartide un cartello indica Poggibonsi, alla stazione (Italo-francese) “Concordia” per l’esattezza, una base di ricerca permanente a un’altitudine di 3.220 metri. Poggibonsi dista da quel punto del mondo, che più freddo non si può, 15.275 chilometri». Magari, provare a chiedere spiegazioni a «S.A.S. il Principe Vito Caterini di Castel di Mirto» “Gran Maestro” del “Sovrano Ordine Militare e Ospitaliero di Santa Maria di Gerusalemme Teutonico di Svevia”, la cui Sede è giustappunto a Poggibonsi?…
Dalla mappa pubblicata sul Sito ufficiale del “Principato di Castel di Mirto” si evince che, tra la sua Stazione e quella giapponese “Asuka”, poco distante, c’è la “Stazione San Pio” che apparterrebbe, per com’è indicato, al “Sovrano Ordine di Santa Caterina d’Alessandria”. Nessun dato è emerso dalla ricerca sulle rivendicazioni di quest’Ordine che, in ogni caso, è espressamente indicato in mappa.
Potevano mancare in Antartico i “Cavalieri di Malta”? Certo che no! Ed eccoli con il loro ”New Malta Principality“. Nella pagina dedicata alla ”Forma di Governo“ è specificato che: «Il S.O.S.J.J. (Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme. Molto simile a quello che ha originato il SMOCS, ma basta cambiare lo sfondo alla bandiera) World Confederation, Cavalieri di Cipro, di Rodi, di Malta e di San Pietroburgo, riprende col proprio territorio restituito, il Principato di New Malta, i propri compiti diplomatici, militari (senz’armi per la pace), filantropici, assistenziali e sanitari, religiosi-laicali (aperti al dialogo secondo gli insegnamenti di Papa San Giovanni Paolo II), nobiliari, tradizionalmente cavallereschi, difendendo i valori ed i diritti dell’umanità.
Dallo ”Status Giuridico e Politico“ si legge: «Il Principato di New Malta, è stato formalmente creato e determinato il 15 febbraio 2013, “motu proprio”, con atto d’indipendenza in pari data, dal Principe Gran Maestro del “Sovereign Order of Saint John of Jerusalem”, *World Confederation*, quale Stato Monarchico Costituzionale, Magistrale, su base democratica e parlamentare, Sovrano, indipendente, libero, con notifica alle N.U. S.A.E. il Gran Maestro(Don Cesare Sebastiano F. G. [De Fuxo]), ha con tale atto chiuso la mai eseguita restituzione, sancita con il Trattato di Amiens del 1802 dell’isola di Malta ai Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, attraverso la sostituzione del territorio ricevuto in donazione dell’Isola di New Malta, ex Burke Island, attestando così ogni trascorso storico da oltre 900 anni del S.O. Si specifica che il Sovrano Ordine e il Principato, entrambi soggetti di diritto pubblico internazionale, sono indissolubilmente uniti nella persona del Gran Maestro. Il territorio del “Principato di New Malta”, ubicato alle coordinate: Southern Lat: 73.12º S Long: 104.84º W – Southern Lat: 73.36° S Long: 104.34° W; indicato convenzionalmente su Wikipedia alle coordinate: 73° 7’ 48” S, 105° 6’ 0”W (Coordinate non esatte), isola in precedenza denominata “Burke Island” (Nel Mare di Amundsen, a poco più di 30 Km dalla costa), che dall’11 febbraio 2013 è stata modificata in “New Malta Island”, come comunicato alle N.U. è stata ricevuta in donazione dal Sovereign Order of Saint John of Jerusalem *World Confederation*, per particolari meriti; tale fatto è determinato e ufficializzato al paragrafo BB (pag. 101) della Sentenza Arbitrale del T.C.I. (10-06-2013 resa esecutiva il 05-03-2014) a valere negli Stati firmatari della Convenzione di New York del 10-06-1958».
Dire che c’è una colonizzazione selvaggia, anche se solo sulla carta, è dire poco e, forse, uno non sa dell’altro perché, nel cuore dell’ex Burke Island (donata non si sa da chi al New Malta Principality, e di soli Km 30×10 circa), c’è un altro Stato sovrano: il ”Principato di Burke Island”, alle coordinate 73°12’17.0“ S – 104°41’26.1” W. E, il suo numero d’identificazione nel Registro Europeo per la Trasparenza è 247775715489-59.
«La rappresentanza dello Stato e i suoi rapporti con gli altri Stati sono riservati alla Matriarca d’Occidente (S.A. la Principessa Kyara Nour Farah van Ellinkhuizen Pahlavi Romanov), che esercita i suoi titoli personali anche nella sovranità del Principato, per mezzo della Segreteria di Stato. Sia la Santa Sede Matriarcale, in quanto organo sovrano della Chiesa Guglielmita (Costituitasi a Milano nel XIII secolo) – Matriarcato d’Occidente, sia lo Stato di Burke Island, hanno una loro distinta personalità internazionale». «La “Santa Sede Matriarcale” ha stabilito tre diocesi in Italia: il “Serenissimo Matriarcato di Venezia” (Con giurisdizione ecclesiastica a Venezia, in tutto il Triveneto e nella provincia di Como); la “Arcidiocesi di Milano” e la “Diocesi di Roma”», mentre il «Palazzo Matriarcale con gli uffici di curia della “Santa Sede Matriarcale” e gli uffici di rappresentanza per le missioni estere si trovano a Tradate (VA)».
Come suddetto, in questa corsa affannosa per la conquista (solo sulla carta) del continente antartico, da parte di tutti gli Ordini cavallereschi, regna una totale confusione. Un altro esempio è fornito dal “Sovrano Ordine dei Cavalieri del Kekistan” che annovera tra le “Our Land” tutte le aree dei regni di: Antarcticland, San Giorgio e Santi Pietro e Paolo (e altri costieri di minore dimensione), comprese nelle coordinate 103°24′ W e 158° W. In pratica, il capo dello Stato e della Chiesa del Kekistan, «Sua Reale Santità il Principe-Vescovo (Has the same meaning as “Pope”) Luca della casa di Nash – Jones del Tempio di Jonesia e del sovrano Ordine di Kekistan», ha dichiarato che tutta la “Marie Byrd Land”, per un’estensione di 620.000 di miglia quadrate, appartiene al Tempio di Jonesia, ora rinominato “Sovrano Ordine di Kekistan”.
Per finire, merita attenzione il “Gran Ducato di Flandrensis”, una “Micro Nazione” creata il 4/09/2008 da un diciannovenne belga, di nome Niels Vermeersch, che consiste di cinque piccole isole situate nell’Ovest dell’Antartide (parte di quel «Territorio non rivendicato da 90° W a 150° W): Siple Island, Carney Island (rivendicata come proprietà da Antarcticland), Maher Island, Cherry Island e Pranke Island. Con la pretesa di essere «l’unico paese al mondo che non vuole la sua terra abitata da persone» per promuovere il rispetto assoluto per l’ambiente. Il “Gran Duca” Vermeersch, leggendo anche l’atto costitutivo, sembra l’unico bene intenzionato.
Questa piccola indagine, non conclusiva e, certamente non esaustiva, ha dimostrato che più della metà del territorio antartico è stato occupato sui presunti principi di «terra nullius», forti anche delle sentenze della Cassazione italiana (sentenza della Cassazione del 14 marzo 1988, n. 2440, rv. 458210, conf. dalla sentenza della Cassazione dell’11 novembre 1997, n. 11119, rv. 509734. Sentenza della Cassazione del 19 aprile 1995, n.4360, rv 491868; Sentenza della Cassazione dell’11 novembre 1997, n. 11119, rv 509734; Sentenza della Cassazione del 6 settembre 1994, n. 7674, rv 487849; Sentenza della Cassazione del 29 agosto 1998, n. 8612, rv 518494; Sentenza della Cassazione del 15 luglio 1997, n. 6472, rv 506022; Sentenza della Cassazione del 14 giugno 2000, n. 8120, rv 537598; Sentenza della Cassazione del 3 maggio 1997, n. 3873, rv 504072) che ha ristretto la validità del Trattato Antartico (ora scadente nel 2048) alle sole disposizioni previste dagli artt. I, III, VII e IX, in altre parole a quelle disposizioni che riguardano non la sovranità territoriale, ma la cooperazione scientifica e la demilitarizzazione dell’Antartide.
Tutti si sono trincerati dietro le considerazioni di docenti di Diritto (Battaglini, Pallieri, Mouton, Monaco, Rousseau, e altri) e, a Convenzioni utili solo al loro scopo (quella di New York del 1958 e di Vienna del 1961) tuttavia, se il continente antartico è stato dichiarato “Patrimonio dell’umanità”, nessuno ha mai preso in considerazione, ha mai applicato o fatto applicare, quella di Montego Bay(Giamaica) del 10/12/1982, sottoscritta da 155 Stati che, nelle “Disposizioni Generali sull’Area”, Parte XI, Sezione 2, gli Artt. 136-137/1 così recitano: «136 – Patrimonio comune dell’umanità. L’Area e le sue risorse sono patrimonio comune dell’umanità» «137/1 – Nessuno Stato può rivendicare o esercitare la sovranità o dei diritti sovrani su una qualsiasi parte dell’Area o sulle sue risorse; nessuno Stato o persona fisica o giuridica può appropriarsi di una qualsiasi parte dell’Area o delle sue risorse. Non può essere riconosciuta alcuna rivendicazione o esercizio di sovranità o di diritti sovrani, né alcun atto di appropriazione».
Resta una sola domanda in sospeso: “Siccome ciascuno Stato può denominarsi repubblica, principato, regno, impero o come, altrimenti preferisca, senza mai commettere un atto illecito internazionale (come rilevato dallo S.S. di San Giorgio), come mai un desolato continente di ghiaccio ha attirato le mire espan-sioniste di tanta nobiltà?”….