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Ora non potranno più raccontarci la solita favoletta: l’ammissione della Us Navy ha la portata storica e definitiva di un cambio d’epoca, preceduta di pochissimo dall’annuncio – da parte di Donald Trump – della creazione di una Space Force, unità militare per la difesa aerospaziale. Roberto Pinotti è uno degli ufologi più prestigiosi che esistano: ha collaborato con autorità militari e, negli Usa, ha partecipato al grande progetto internazionale Seti, che ricerca le eventuali “intelligenze non terrestri”. Ha scritto libri tradotti in tutto il mondo, ha fondato e diretto il Cun (centro ufologico nazionale) che ha spesso cooperato con l’aeronautica militare italiana. Quando si parla di Ufo, Pinotti finisce spesso in televisione: nel 2019, ospite della Rai, ha sottolineato il carattere inequivocabile delle esternazioni della Us Navy sugli incontri (frequenti) con oggetti volanti non identificati. Affermazioni poi confermate ufficialmente dal Pentagono nel 2020, mentre il mondo era già intrappolato nel disastro globale chiamato Covid.
Il teoria, si tratta solo un evento epidemico: la cui sovragestione ha però tutta l’aria di rappresentare un caso da manuale di manipolazione, su scala mondiale, per indirizzare l’umanità verso un orizzonte di obbedienza sociale, propiziato dalla paura. C’è chi parla di apocalisse, in senso letterale (rivelazione). Nel giorno della Pasqua cristiana si può parlare di “resurrezione”, quantomeno della verità? L’esperto finanziario Andrea Cecchi, co-autore del saggio “Operazione Corona” (Aurora Boreale), sintetizza: nel 2019 era indispensabile fermare l’economia mondiale, e in particolare la domanda di credito, perché il sistema bancario non era più in grado di far fronte alle richieste. Era “necessario” far crollare i consumi, magari attraverso uno shock senza precedenti: ad esempio, un’epidemia elevata frettolosamente al rango di pandemia, grazie agli opachi burocrati dell’Oms? Proprio la catastrofe planetaria avrebbe preparato la fase-due: emissione illimitata di denaro, da parte delle banche centrali, per arginare la crisi e intanto sistemare i traballanti Repo, le compensazioni interbancarie.
Per questo, ora che il panico da Covid “non serve più”, comincerà la de-escalation. Ma senza svelare il trucco: si dirà che dall’emergenza si uscirà attraverso i vaccini (altro colossale business, ma collaterale). La verità la vanno scoprendo i medici: dal Covid si guarisce normalmente. Se si viene curati in modo tempestivo, a casa, la letalità dell’infezione si riduce letteralmente a zero. Le morti? Dovute proprio al ritardo: senza cure precoci, all’ospedale si arriva quando ormai è troppo tardi. Lo dicono i maggiori epidemiologi, ormai pubblicati su “Science” e altre riviste specialistiche: i lockdown non servono, il distanziamento è addirittura deleterio. Ostacolare la diffusione dei contagi non farebbe che ritardare la soluzione: il virus non chiederebbe che di adattarsi al corpo umano – passando da un soggetto all’altro – fino a diventare innocuo, come qualsiasi altro virus del raffreddore.
I vaccini? Un po’ patetici, dato che “inseguono” un virus Rna che, per natura, muta velocemente: quelli disponibili oggi sono tarati (come gli antinfluenzali) sul virus in circolazione nel febbraio 2020, che è solo un lontano parente di quello presente attualmente. Si teme che i vaccini possano offrire un’immunità solo relativa, non si sa a quale prezzo: la loro innocuità sarà ufficialmente confermata solo a fine 2023. In ogni caso, offrirebbero una protezione solo temporanea: sei mesi, al massimo? La coda del drago è visibile oggi: si tenta di limitare ulteriormente la libertà, rendendo obbligatorio il ricorso a vaccini ancora sperimentali. Per cosa? Per un virus che produce per lo più soggetti asintomatici, e che – se invece evolve, manifestandosi come Covid – genera un “incendio” curabile da casa, usando farmaci semplicissimi e sicuri?
Viene da domandarsi se esista un nesso (cronologico) tra le clamorose esternazioni sugli Ufo e la devastante Operazione Corona: qualcuno ha cercato di divulgare informazioni potenzialmente vitali, per l’umanità, proprio mentre qualcun altro ha cercato di sottomettere miliardi di persone attraverso il cosiddetto terrorismo sanitario? A fine 2020, proprio da uno dei paesi più coinvolti nell’affare Covid – Israele – si è levata la voce, sconcertante, di un personaggio autorevolissimo: il generale Haim Eshed, docente universitario, per trent’anni a capo della sicurezza aerospaziale israeliana. La bomba? Questa: da decenni, ha detto Eshed, collaboriamo con alieni “amici”, raggruppati in un’alleanza chiamata Federazione Galattica. Il massone Gianfranco Carpeoro, saggista e romanziere, già amico dell’astronauta Buzz Aldrin (Apollo 11, missione Luna), il 29 marzo 2021 ha fatto la seguente dichiarazione: gli alieni esistono, e la massoneria americana collabora con loro a partire dal 1946.
Una dichiarazione esplosiva, peraltro in parte anticipata da Laura Einsehower, pronipote del presidente che si dice abbia avuto contatti (e stretto accordi strategici) con extraterrestri, alla fine della Seconda Guerra Mondiale. E mentre il mondo sta ancora annaspando nella narrazione del Covid, ecco l’ultimo annuncio: John Ratcliffe, direttore dell’intelligence Usa sotto Trump, informa che dal 1° giugno sarà messa a disposizione del pubblico una quantità inimmaginabile di foto e video, scattate da aerei militari e satelliti, in mezzo a cieli affollati di dischi volanti. A quanto pare è la fine di una storia lunghissima, basata sull’ostinata volontà di negare l’evidenza. La politica del “cover up” ha un’origine precisa: 1953. In quell’anno, ricorda Roberto Pinotti, la Cia affidò al fisico Howard Percy Robertson la guida di una commissione composta da 16 membri, rimasta segretissima per cinque anni. «La Commissione Robertson – ricorda Pinotti, in una conferenza di qualche anno fa – doveva fornire al governo americano le linee guida su come gestire il tema Ufo».
Ovvero: la verità sarebbe stata occultata con il “debunking”, screditando sistematicamente i testimoni degli avvistamenti. E in parallelo, aggiunge Pinotti, si trattava di avviare una attività di “training”, di preparazione, attraverso la stampa (che doveva cominciare a parlare del fenomeno) e attraverso la letteratura popolare: «E infatti proprio dal ‘53 la fantascienza, fino ad allora considerata deprecabile, venne nobilitata come genere letterario, ed esplose». Al resto, dice Pinotti, dovevano provvedere il cinema (”E.T.”, “Incontri ravvicinati del terzo tipo”) e i film per la televisione, prodotti sempre da Hollywood. «Ed è quello che è successo: attraverso un programma segreto di intelligence del governo americano, denominato “Produzioni Orientate”, è stata creata una sequela infinita di film di fantascienza, tesi più che altro a preparare la gente ad accogliere le più varie prospettive che potessero esserci, su quel fronte. Evidente il calcolo: se il pubblico metabolizza quei concetti, sarà meno impreparato a ingoiare il rospo, il giorno che dovesse manifestarsi qualche sorpresa».
Se il cinema fa notizia, la televisione ti entra direttamente in casa: «I vari “Ai confini della realtà”, “Star Trek” e “X Files” sono tutte produzioni pensate per preparare la gente a prospettive scomode che, se domani dovremo digerire, saremo tutti un po’ più pronti ad accogliere». Attenti: non è stato un atto di libertà creativa, ma una necessità studiata a tavolino dall’intelligence Usa, sostiene l’ufologo. E oggi? Grosso problema, diceva Pinotti, prima che gli Stati Uniti cambiassero politica e si decidessero finalmente a parlar chiaro. Fino a ieri, il timore era evidente: la “disclosure” sugli Ufo avrebbe fatto crollare, all’istante, la credibilità istituzionale dei governi (a maggior ragione, quelli delle superpotenze). Insisteva Pinotti: «Perderebbero la leadership mondiale, cinque minuti dopo l’annuncio: tutto il mondo guarderebbe ai nuovi venuti come potenziali risolutori di ogni problema, essendo infinitamente più avanzati di noi». Come giustificare, a quel punto, la leadership geopolitica degli Usa?
Ora, evidentemente, qualcosa è cambiato. Fine della “congiura del silenzio”, dell’occultamento dei dati: sono stati un milione, nell’ultimo mezzo secolo, gli avvistamenti di astronavi. «La colpa non è nemmeno del governo americano, sia chiaro», precisa Pinotti. «I governi sono fatti da politici, che sono semplici marionette. Chi gestisce tutto sono militari, servizi segreti e alti funzionari, controllati da potentati che esistono da secoli: potentati economico-finanziari internazionali, che stanno al di sopra dei governi di tutto il mondo, e delle scelte democratiche di qualunque paese». La tentazione – di fronte all’impossibilità di continuare a negare l’evidenza – può esser stata quella di dipingere gli alieni come ostili: da qui la cinematografia degli ultimi anni (alieni invasori) e la giustificazione di un contingente militare anomalo come la Space Force, teoricamente abilitato a difendere la Terra da attacchi provenienti dallo spazio. Tutto cade, però, di fronte alle sbalorditive dichiarazioni di Eshed: «Ora posso dirlo: con gli alieni collaboriamo da decenni».
In via di rottamazione, dunque, anche i debunker di professione: Pinotti definisce il Cicap, fondato da Piero Angela, «un setta scientista, espressione italiana di forze pagate in tutto il mondo per impedire che il pubblico si accostasse all’argomento». Intendiamoci: «Non è che gli alieni vanno e vengono: questa gente è qui, da sempre. La Terra è sostanzialmente di loro proprietà, la usano come scalo per i loro spostamenti. E i leader religiosi lo sanno da sempre». Lo stesso Pinotti cita un pontefice, Giovanni XXIII: nel 1961 – secondo il suo segretario Loris Capovilla, testimone diretto – il Papa avrebbe colloquiato con un alieno sbarcato da un disco volante atterrato nel parco di Castel Gandolfo. Undici anni prima, un altro Papa – Pio XII – disse di aver visto “il sole danzante”, dai giardini vaticani: episodio interpretato, religiosamente, come “miracolo del sole”. Qualcosa che, dice Pinotti, richiama direttamente l’evento di Fatima: «Una tipica apparizione ufologica: nel cielo era apparso un “carro celeste”».
«Il fenomeno di Fatima ha creato effetti fisici incontrovertibili su 75.000 persone. Erano in attesa da 4 ore sotto pioggia battente, poi è arrivato il “sole che si mettere a ballare”, e in un minuto e mezzo erano tutti asciutti». Apparizioni mariane? Sono state almeno duemila, ma la Chiesa – annota Pinotti – ne riconosce appena 20. Nel solco dell’avvicinamento alla “disclosure”, risuonano in modo singolare le recenti affermazioni degli astrofisici gesuiti, José Gabriel Funes e Guy Consolmagno, entrambi direttori del potente osservatorio astronomico creato dalla Compagnia di Gesù sul Mount Graham, in Arizona, dedicato allo studio dell’esobiologia (vita extraterrestre). Perché si sono messi a fare dichiarazioni sui “fratelli dello spazio”, dichiarandosi addirittura «pronti a battezzarli», se lo volessero, il giorno che si manifestassero?
L’esegeta biblico Mauro Biglino ne parla con precisione anche nel libro “La Bibbia Nuda“, appena uscito: la religione avrebbe sostanzialmente depistato l’umanità, “spiritualizzando” storiche presenze non terrestri, poi chiamate “divinità” (incluso Yahweh, uno dei tanti Elohim presenti nell’Antico Testamento, da cui poi i cristiani – ma non gli ebrei – fanno discendere lo stesso Gesù Cristo). Presenze non casuali: quelle entità aliene avrebbero letteralmente “fabbricato” l’homo sapiens, mediante clonazione. Ne parla anche l’antica tradizione eleusina, come conferma lo storico Nicola Bizzi: noi occidentali, in particolare, discenderemmo da un “prototipo” preistorico, l’Uomo di Cro Magnon, prodotto geneticamente 90.000 anni fa dai Titani, “divinità” discese da Pikken, quarto pianeta (simile alla Terra) del sistema che orbita attorno alla stella Tau-Ceti, a meno di 12 milioni di anni luce di distanza da noi.
Ha dell’incredibile, dice Bizzi, che le recentissime scoperte astrofisiche successive agli anni ‘90 abbiano portato alla luce l’esistenza di oltre 8.000 pianeti, alcuni dei quali già perfettamente descritti nei testi della tradizione eleusina, attribuiti addirittura al 10.000 avanti Cristo. La comunità iniziatica legata ai Misteri Eleusini si considera discendente della civiltà di Atlantide, nata 20.000 anni fa in quello che doveva essere l’arcipelago nord-atlantico, guidato dall’isola maggiore (En’n) di cui parla anche Platone nel “Crizia” e nel “Timeo”, sulla scorta di dettagliate informazioni provenienti dall’Egitto, antica “colonia” atlantidea molto prima dell’epoca dei faraoni. In realtà – aggiunge Bizzi – la stessa civiltà atlantidea, stando sempre ai testi eleusini (non storici, purtroppo), discenderebbe da una civiltà ancora più antica, quella originariamente impiantata dai Titani, «divinità dalla pelle azzurra, come i personaggi del film “Avatar” e i Deva indiani», in quella che doveva essere “la prima Atlantide”.
In altre parole: un vero e proprio continente, poi frammentato in isole solo dopo la “grande guerra cosmica tra divinità”. Un conflitto devastante, che avrebbe sconvolto la stessa geografia terrestre. «Oltre ai testi eleusini ne parla Esiodo, nella sua “Teogonia”, quando cita la Titanomachia. Senza contare gli antichi testi indiani, dal Mahabarata al Ramayana, e i “racconti delle origini” della mitologia nordica, che cita la grande guerra tra gli Asii e i Vani». Il punto? «Semplice: di Atlantide è ancora vietato parlare, in ambito archeologico ufficiale, anche se dai fondali stanno emergendo indizi di una civiltà inabissatasi». Nascondere, negare l’evidenza: una storia che ricorda quella degli Ufo, su cui la verità sta invece improvvisamente accelerando. Le cose sembrano collegate: a quanto pare erano di origine aliena, le primissime civiltà terrestri? Starebbe dunque per “risorgere”, la nostra possibile vera storia? E dagli abissi queste scoperte emergeranno prima ancora della “vera verità” sul Covid, spettacolare – e ultima – operazione di illusionismo planetario?