5 Giugno 2009By Richard
– Saggezza ET: Pianeti come formazioni di unità di coscienza
12.6 VENERE
L’orbita di Venere forma quasi un perfetto cerchio, più di ogni altro pianeta nel Sistema Solare. Ha un diametro di 12.103,6 km e una massa di 4.869e24 kg. E’ stato il primo visitato dalla Mariner 2 nel 1952 e poi è stato visitato da altre 20 sonde.
Venere è solo leggermente più piccolo della Terra come dimensione e molto probabilmente possedeva molta acqua come la Terra, ma questa è poi evaporata e ora è circondato da dense nubi e non ha lune.
Venere ruota molto lentamente sul suo asse in modo retrogrado e cosa più interessante, “i periodi della rotazione di Venere e della sua orbita, sono sincronizzati in modo che presenta sempre la stessa faccia verso la Terra quando i due pianeta si trovano nel punto piu ravvicinato.” Questo suggerisce una connessione energetica interplanetaria che lega le orbite dei due pianeti, di cui discuteremo più tardi.
12.6.1 ANOMALIE MAGNETICHE
1. Campo magnetico debole. Dato che Venere è più vicina al Sole rispetto alla Terra, i nostri scienziati si aspettano che abbia un campo magnetico più forte. Questo è dovuto al credere che Venere debba aver formato un nucleo liquido con le attese condizioni di temperatura e pressione. Comunque, il campo magnetico di Venere è così debole che è stato misurato essere vicino a zero per un lungo periodo di tempo.
2. Nessun componente verticale per il campo magnetico. Il misero campo magnetico di Venere si muove solo da est a ovest, non da nord a sud lungo l’asse di rotazione. Gli scienziati ammettono che questo pone una dura sfida al modello della dinamo. Quando iniziamo a osservare il nuovo modello, divengono possibili altre opzioni per i campi magnetici, come un nucleo del pianeta composto da materiale eterico luminoso che forma il campo magnetico e non un nucleo solido.
3. Risposta magnetica al vento solare. In periodi in cui la pressione del vento solare è molto alta, il campo magnetico di Venere passa in forti e grandi variazioni, indicando un collegamento diretto tra i due elementi come ci aspetteremmo.
12.6.2 FENOMENO VARIABILE NEL TEMPO
1. Velocità mutevole delle “particelle”. Nell’atmosfera Venusiana, gli ioni di ossigeno e i protoni vengono osservati nel cambiare la loro velocità di movimento in relazione tra loro, violando ogni comprensione.
2. Modifica nell’altezza della ionosfera durante le 24 ore. In un movimento simile ad un respiro, la ionosfera può cambiare di altitudine per diverse migliaia di km fino a soli 200km o 125 miglia, in un periodo di 24 ore. A basse altitudini, quasi non vengono visti ioni sopra i 200km.
3. Modifica nell’altezza dell’atmosfera in 4 giorni. In un ciclo che dura 4 giorni, la copertura di nubi di Venere si alza e si abbassa di un km circa, o 0.62 miglia, lungo l’intera superficie del pianeta simultaneamente. Gli scienziati si riferiscono a questo come ad un “respiro fisso” di Venere e può essere osservato misurando la forza variabile del diossido di carbonio nell’atmosfera. Questo mostra la natura pulsante dei veri campi energetici che fluiscono dentro e fuori dal pianeta su base variabile nel tempo.
12.6.3 FENOMENI LUMINOSI/ENERGETICI
1. Aurore. Per la debolezza del campo magnetico di Venere, non ci si aspetterebbero le aurore. Il fatto che siano state osservate supporta il Modello Campo-Dinamico di Pasichnyk, mostrando la loro connessione con una fonte di energia interna e non con una “dinamo magnetica”.
2. Brillamento notturno dell’ossigeno. Durante periodi in cui l’attività solare ha dei picchi e vengono rilasciate delle flares, Venere mostra segni di atomi di ossigeno che brillano nel lato notturno. Questo era totalmente inatteso nei modelli convenzionali e suggerisce una connessione solare.
3. Brillamento crescente vicino alla superficie. Due diverse sonde hanno determinato che penetrando l’atmosfera di Venere, si nota un aumento di brillantezza muovendosi verso la superficie.
4. Fulmini senza precipitazione. Su Venere abbiamo osservato fulmini che non avvengono in congiunzione con le piogge; i nostri modelli correnti ci indicano che dovrebbero avvenire assieme. (Ricordiamo che questo è stato osservato anche nelle anomalie dei tornado dal Dr.Dmitriev).
5. Più energia irradiata che ricevuta. Come notato anche da Richard Hoagland di The Enterprise Mission, Venere irradia un 15% di energia eccessiva rispetto a quanto ne riceva dal Sole.
6. Densità di anelli o particelle all’equatore. Come proposto dal nuovo modello, Venere mostra un fenomeno a forma di anello denso di particelle a livello dell’equatore.
12.6.4 ANOMALIE IONOSFERICHE/ATMOSFERICHE
1. Carenza di nubi polari. Venere non ha nubi visibili che coprono i poli nord e sud, suggerendo i punti di entrata e uscita dell’energia che si muove verso il centro.
2. Fori a media latitudine nella ionosfera. Come atteso in base alla geometria coinvolta, l’area di media latitudine di Venere mostra “fori” dove c’è maggior temperatura e un incremento energetico degli ioni di idrogeno all’interno. Con l’aumento dei campi elettrici e del flusso in salita di ioni in queste aree, abbiamo una deplezione corrispondente dell’energia del plasma circostante.
3. Anomalie della pressione. In concordanza con la geometria, la pressione atmosferica è più alta a circa 30° di latitudine. I valori di alta pressione vengono osservati anche all’Equatore e vicino ai poli, a circa 60° di latitudine. (il polo è a 90° di latitudine) Comunque al polo troviamo la pressione più bassa. Queste anomalie non possono essere spiegate dalla rotazione di Venere ma ora sono comprensibili.
4. Atmosfera super-rotante. Venere impiega 243 giorni terrestri per ruotare una volta attorno al proprio asse, in un movimento “retrogrado” inverso a quello di tutti gli altri pianeti. (La Terra ovviamente impiega un giorno). Comunque, i suoi venti a grande altitudine girano attorno al pianeta in soli 4 giorni.
5. Rotazione atmosferica retrograda. Gli strati esterni super-rotanti delle nubi di Venere si muovono in direzione opposta al movimento di rotazione del pianeta, quindi nella stessa direzione degli altri pianeti. Questo fenomeno delle nubi a grande altitudine richiede un meccanismo che guidi la rotazione ora osservata.
12.6.5 ANOMALIE STRUTTURALI/GEOMETRICHE
1. Regioni polari più calde dell’equatore. Le calde regioni polari sono ovviamente una sorpresa per gli scienziati; se il Sole fosse l’unica fonte di calore per un pianeta ci aspetteremmo le temperature maggiori all’equatore. Comunque, l’idea di una fonte di energia simile a un sole interno, alimentata da energia in entrata dai poli, suggerisce tale osservazione.
2. “Collare di nubi polare” ai poli. Questa formazione nuvolosa mostra i punti di entrata e uscita dell’energia circostante che fluisce nel nucleo del pianeta dai poli.
3. Gravità o onde planetarie dalle latitudini medie. Queste forze gravitazionali ci mostrano che le anomalie della formazione icosaedrica sulla Terra possono avvenire anche su altri pianeti.
4. Onde di calore, jet, flusso di particelle e venti a medie latitudini. Iniziando col lavoro di Ivan Sanderson, tutti questi tipi di fenomeni sono stati osservati sulla Terra, corrispondenti alla geometria icosaedrica.
5. Fulmini verso l’alto a 30° di latitudine. Una terra con picchi vulcanici a 30° di latitudine Sud conosciuta come Terra Aphrodite mostra fulmini che si muovono verso l’alto vicino ai picchi Beta e Alta. Questi flash non sono correlati con l’attività vulcanica. Possiamo vedere ancora come l’energia venga emessa con potenza da questi punti.
6. Atmosfera profonda più fredda all’equatore rispetto ai 30° di latitudine. Questa osservazione la troviamo quando scendiamo sotto i 40km o 25 miglia nell’atmosfera Venusiana e contraddice ovviamente i modelli planetari.
7. Caratteristiche geometriche variabili nel tempo lungo l’equatore. Specialmente le fotografie nell’ultravioletto di Venere, forme scure incluse alcune a forma di “Y”, sono state osservate lungo l’equatore. La caratteristica a “Y” è stata osservata permanere per settimane e riapparire in intervalli di 4 giorni. Sappiamo che questa caratteristica ha persistito alla stessa longitudine per almeno decenni.
Queste formazioni si trovano tra le due latitudini di 45° e sono lunghe circa 1000km/600 miglia e si muovono con apparente direzione angolare all’equatore. (Nota: Ogni punto nodale del dodecaedro è composto da tre linee che formano una “Y”).
8. Caratteristiche tettoniche anomale. Venere ha una crosta che si crede essere sottile e calda per il modello tettonico convenzionale. Comunque, osserviamo caratteristiche tettoniche e fratture ad angoli quasi retti conosciute come falle di trasformazione e crepe.
Venere possiede anche un canyon più grande del Grand Canyon sulla Terra e si trova lungo l’equatore. Nei modelli tettonici convenzionali, la superficie di Venere dovrebbe essere relativamente liscia. Queste anomalie suggeriscono che le ipotesi di espansione e la geometria dei Campi lavorino in coppia.
12.7 MARTE
La Terra è il terzo pianeta dal Sole dopo Venere e Marte è il quarto. Marte è anche il settimo pianeta più grande nel Sistema Solare. Il suo diametro è di 6,794 km e la sua massa è di 6.4219e23kg. Possiede una orbita significativamente ellittica, che può causare estremi cambiamenti di clima e temperatura.
Benchè la sua temperatura media sia di 218 K (-55 C, -67 F) può raffreddarsi fino a 140 K (-133 C, -207 F) in inverno e scaldarsi fino a 300 K (27 C, 80F) in estate. Questo renderebbe molto difficile un tentativo di colonizzazione senza qualche tipo di ambiente chiuso.
Il Pianeta Rosso è stato visitato la prima volta dalla Mariner 4 nel 1965 ed è stata seguita da molte altre incluse le due Viking nel 1976. Molte altre sonde hanno tentato di visitare Marte e hanno subito disastri inusuali e per alcuni il Dr.Zecharia Sitchin suggerisce una interferenza intelligente.
In tempi recenti si è pubblicizzato molto Marte come somigliante alla Terra in passato, con oceani, acqua corrente, una atmosfera e persino la vita. Chiare evidenze mostrano che Marte ha ancora il cielo blu, aree di acqua e possibile vita.
Marte possiede due lune, Phobos e Deimos, entrambe con qualità inusuali che suggeriscono che possano essere vuote internamente. Si muovono velocemente e vicine alla superficie. Inoltre, esattamente la metà della superficie di Marte è piena di crateri, mentre l’altra metà ne ha pochi.
Questo, combinato con simili osservazioni sulle lune di Giove e Saturno, supporta significativamente l’idea del Dr.Tom Van Flandern per cui Marte un tempo fosse stato un satellite di un pianeta che è esploso, ora visibile nella fascia di asteroidi. Questo spiegherebbe la sua condizione “devastata” attuale, mentre un tempo la vita avrebbe potuto creare la città di Cydonia.
12.7.1 ANOMALIE MAGNETICHE
1. Campo magnetico quasi nullo o nullo. Dato che Marte ha una crosta solida esterna e una densità interna simile a quella della Terra, ci aspetteremmo che abbia un campo magnetico almeno di due volte più forte di quello che osserviamo ora. Se avesse un tale campo, dovrebbe essere variabile nel tempo. Può essere che l’ipotetica esplosione planetaria abbia causato questo danno energetico.
2. Flusso ad alta velocità. Sul lato di Marte opposto al Sole, i deboli campi magnetici che sono stati osservati, fluiscono a velocità maggiore di quanto si possa spiegare con la sola forza centrifuga. Questo suggerisce che un nucleo luminoso si trovi al centro e funzioni come acceleratore di particelle.
12.7.2 FENOMENI VARIABILI NEL TEMPO
1. Schemi di stress polare mutevoli. La semplice idea di un movimento di convezione fluente nel magma di Marte non spiega gli schemi di stress variabili nel tempo osservati ai poli, che si muovono verso l’interno. Questo sarebbe normale nel nuovo modello.
2. La tettonica e altri fenomeni variano con l’attività solare. Il comportamento tettonico è correlato con la produzione di energia solare e questo suggerisce con forza che i vari processi di movimento di Marte siano legati con l’energia in entrata dal Sole.
12.7.3 FENOMENI LUMINOSI/ENERGETICI
1. Onde oscurate. Le regioni a media latitudine, così importanti nel modello Campo-dinamico per la geometria, mostrano aree ondulanti di colore scuro.
2. Macchie luminose e scure. Sono state viste anche nelle importanti regioni di media latitudine e suggeriscono un comportamento energetico correntemente inspiegato.
12.7.4 ANOMALIE IONOSFERICHE/ATMOSFERICHE
1. Nubi a spirale con jet ravvicinati al Polo Nord. Queste nubi raggiungono i 50km o 86 miglia in profondità, dove le teorie correnti suggeriscono che dovrebbero raggiungere solo 6-7 km o 10.7-11.3 miglia. Queste nubi sono molto simili agli uragani o alle nubi turbinanti sulla Terra. Ancora, stiamo osservando energia in entrata dai poli come atteso.
2. Fenomeni meteo con connessioni solari. Nelle regioni medie definite geometricamente, troviamo eventi meteo molto attivi, sincronizzati con l’attività solare.
3. Nubi parallele e tempeste di polvere a latitudini medie. Nubi che si muovono in formazioni parallele e tempeste di polveri suggeriscono ancora che le aree di media latitudine siano più energetiche.
4. Fluttuazioni di temperatura e pressione a medie latitudini. Ancora, il nuovo modello di Pasinchnyk spiega geometricamente perchè ci sarebbero cambiamenti nel calore e nella pressione in queste zone.
12.7.5 ANOMALIE STRUTTURALI/GEOMETRICHE
1. Raggruppamenti di placche in uno schema a “trottola” ai poli. Questa notevole scoperta nelle regioni polari mostra che differenti unità di placche si raggruppano come trottole, in qualche modo fluendo assieme in un chiaro schema a vortice! Questi schemi avvengono in bacini circolari ai poli, in perfetto accordo con quello che ci attenderemmo per i principali nodi di questi campi energetici.
2. Onde gravitazionali relative alle medie latitudini. Nei modelli convenzionali la gravità dovrebbe essere omogenea; però iniziando con la ricerca di Sanderson ora possiamo suggerire che le anomalie gravitazionali a medie latitudini verrebbero osservate anche in altri pianeti come Marte.
3. Caratteristiche tettoniche tra i 40° di latitudine. Queste aree di attività sismica si ipotizza che siano formate solo dalla rotazione nella visione convenzionale, ma rientrano anche in questo modello.
12.8 GIOVE
Giove è il quinto pianeta e il più grande del nostro Sistema Solare. E’ più del doppio di tutti gli altri pianeti combinati e servirebbero 318 pianeti come la Terra per riempire il suo volume. Il suo diametro all’equatore è di 142.984km e si crede che il suo peso sia di 1.900e27kg. E’ stato prima visitato dalla Pyoneer 10 nel 1973 e poi dalla Pyoneer 11, dalle Voyager 1 e 2, dalla Ulysses e più recentemente dalla Galileo.
Giove è un pianeta gassoso, che non ha una superficie solida ma diviene più denso con la profondità. Recenti studi suggeriscono che contenga un piccolo nucleo roccioso simile a quello della Terra, circa 10 o 15 volte più grande della Terra. I suoi gas sono per il 90% di idrogeno, del 10% di elio e contengono tracce di metano, acqua, ammoniaca e roccia, composizione che si crede simile all’ipotetica nube planetaria che avrebbe dato la nascita ai pianeti.
Sopra il nucleo roccioso si trova dell’idrogeno liquido metallico che contiene protoni ionizzati ed elettroni come nel Sole, ma a temperatura più bassa. Come per altri pianeti gassosi, Giove possiede venti ad alta velocità che controruotano in cinture adiacenti, dove le cinture dal colore luminoso vengono chiamate “zone” e le cinture dal colore scuro vengono chiamate “bande”. Nubi controrotanti richiederebbero campi energetici controrotanti per mantenere la direzione.
Nel 1610, Galileo scoprì le quattro lune più grandi di Giove, che sono Io, Europa, Ganymede e Callisto e questo diede supporto maggiore all’eretico concetto di Copernico per cui il Sole si trovasse al centro del Sistema Solare. Galileo venne così imprigionato per il resto della sua vita e forzato a negare ufficialmente la sua conoscenza dalla gerarchia religiosa.
Al tempo di questa scrittura si riconoscono 12 lune minori attorno a Giove. Cosa interessante, Io, Europa e Ganymede orbitano tra loro in un rapporto armonico di 1 a 2 a 4 e si crede che Callysto si unirà a questo rapporto in poche centinaia di milioni di anni con un’orbita doppia rispetto a quella di Ganymede e con un periodo 8 volte maggiore di quello di Io.
La spiegazione convenzionale per questo è una “risonanza orbitale” e nel modello eterico vibrazionale viene totalmente chiarita. Tale “risonanza” viene anche vista nella cintura di asteroidi, in cui viene riconosciuta nei “Kirkwood resonance gaps”. Queste spaziature precise tra diverse bande di asteroidi seguono i principi di base della musica e della vibrazione.
12.8.1 ANOMALIE MAGNETICHE DI GIOVE
1. Molto grande di dimensione. Il campo magnetico di Giove si estende per 100 volte il suo raggio, in quanto è quattro volte più forte del campo magnetico della Terra. Questo esercita un impatto energetico maggiore sugli altri pianeti nel nostro Sistema Solare nel modello eterico.
2. Connessione magnetosfera/corrente equatoriale. Con la compressione della magnetosfera di Giove, si attiva la corrente equatoriale; questo viene predetto dal nuovo modello ed è stato osservato negli esperimenti di Walter Russell.
12.8.2 FENOMENI VARIABILI NEL TEMPO
1. Emissioni radio. Queste sono causate da un flusso di particelle che avviene lungo le linee di forza magnetiche e le fasi della luna più grande di Giove, Io, ne sono quasi interamente responsabili. Questo mostra la connessione tra i corpi esterni e i processi energetici interni, come ci lascia credere il lavoro del Prof.Shnoll sulle reazioni atomiche e molecolari.
2. Incrementi dell’idrogeno ai poli. I livelli dell’idrogeno atomico e molecolare sono stati osservati nel variare col tempo nelle regioni polari, mostrando ancora le aree di flusso energetico che ci attenderemmo di trovare.
3. Confini della nube. Esistono chiari confini tra le cinture e i sistemi di nubi e mostrano proprietà variabili nel tempo e controrotazione, mostrando i campi opposti.
4. Fluttuazione della GRS (ndt. Grande Macchia Rossa) collegata all’attività solare. La Grande Macchia Rossa di Giove mostra cambiamenti che avvengono in sincronia con l’attività solare. Altri hanno fatto collegamenti tra i cambiamenti della GRS e le fasi delle quattro lune di Giove, mostrando ancora influenze esterne sulle energie di Giove, che i modelli correnti non si attendono.
12.8.3 FENOMENI LUMINOSI/ENERGETICI
1. Forte aurora inattesa. Come osservato il 5 Marzo 1979, Giove possiede una aurora al Polo Nord di 29.000km o 18.000 miglia, la più grande mai vista. Questa aurora è molto più forte di quanto atteso dai modelli convenzionali; esibisce anche tempeste di fulmini.
2. Flusso di ioni 16 volte maggiore nella magnetosfera rispetto a quanto atteso. Questo ossigeno energetico e questi ioni solforici sono troppo forti per il modello corrente e suggerisce una fonte energetica interna più potente di quanto pensiamo.
3. Più energia irradiata di quanta ricevuta dal Sole. Sono state fatte diverse interpretazioni sul motivo del rilascio di così tanta energia extra, ma nessuna sembra essere sostenibile; in breve, Giove deve avere una forte sorgente interiore come abbiamo proposto.
4. Anelli scuri. Giove non dovrebbe avere alcun anello, ma sono stati scoperti dalla Voyager 1, più piccoli e meno coloriti di quelli di Saturno.
12.8.4 ANOMALIE IONOSFERICHE/ATMOSFERICHE
1. Particelle bloccate tra gli emisferi. Per alcune ragioni correntemente sconosciute, le particelle che si sviluppano lungo le linee del campo magnetico in una atmosfera non si trasferiscono all’altro. Nel modello di Pasichnyk questo ci mostra che vengono accelerate nella regione equatoriale prima di superarlo.
2. Gas atmosferici carenti nelle regioni polari. La carenza di gas ai poli mostra ancora che vengono eliminati da un flusso di energia e particolato all’interno del pianeta, che entra nelle regioni polari.
3. Cambiamenti di colore distinti a 30°. A 30° di latitudine, il colore delle nubi di Giove cambia drammaticamente. Questo ci mostra ancora che ai punti definiti dalla geometria, vediamo fenomeni anomali.
4. Cinture di nubi controrotanti con chiari confini. Non si ha una solida spiegazione nei modelli atmosferici conosciuti per queste anomalie atmosferiche controrotanti.
12.8.5 ANOMALIE STRUTTURALI/GEOMETRICHE
1. Raggi X ai poli. Queste emissioni energetiche sono tipiche dell’accelerazione particellare e sono state osservate ai poli Nord e Sud, mostrandoci ancora il sistema di flusso energetico al lavoro.
2. Aurore accelerate a 180° di latitudine. Dovremmo ricordare che la linea di longitudine a 180° divide perfettamente un pianeta a metà. Questo rapido movimento dell’aurora in un’area chiaramente definita geometricamente, ci mostra una anomalia che rientra nel nuovo modello e non è compresa convenzionalmente. Quando ricordiamo la geometria della Griglia Globale, questo è più semplice da capire.
3. Vento polare di idrogeno. Questo mostra ancora il flusso di energia ai poli, indicando l’attività della CU. (ndt. Unità di Coscienza)
4. Caratteristiche di calore inusuali a 35° di latitudine. Il calore dal Sole dovrebbe essere maggiore all’equatore e questa osservazione rientra perfettamente nel nuovo modello.
5. Venti più rapidi a medie latitudini. Normalmente ci attenderemmo venti più rapidi all’equatore, ma invece hanno un picco a 20-30 gradi di latitudine e diminuiscono ai 10° di latitudine.
12.9 SATURNO
Questo è il sesto pianeta dal Sole e il più grande dopo Giove. Il suo diametro è di 120.536km all’equatore e la sua massa è di 5.68e26kg. E’ stato prima osservato da Galileo nel 1610 e la geometria degli anelli non venne determinata fino al 1659 grazie a Christian Huygens. Venne visitato prima dalla Pioneer 1 nel 1979 e poi dalla Voyager 1 e 2.
Saturno non è una sfera perfetta, in quanto ha un appiattimento del 10% tra le regioni polari diversamente dall’equatore, cosa visibile al telescopio. Si pensa che la causa di questa forma “ovalizzata” sia la sua rapida rotazione, ma ricordiamo che negli esperimenti di Walter Russell potrebbe essere causata dall’aumento della distanza tra le due fonti dei campi magnetici conici spiraleggianti che si intersecano in una forma sferica.
Come pianeta gassoso, la composizione atmosferica di Saturno è molto simile a quella di Giove, inclusi tutti gli elementi osservati su Giove. I suoi principali costituenti gassosi mostrano maggior bilanciamento di elio rispetto a Giove, con il 75% di idrogeno e il 25% di elio. Possiede anelli ben visibili, tre dei quali possono essere visti dalla Terra con un telescopio.
Sono molto piatti e spessi solo 1.5km e c’è così poco materiale negli anelli che se venissero compressi in un corpo singolo, la massa risultante non sarebbe più grande di 100km. Anche Saturno ha un piccolo nucleo roccioso, come Giove.
Le due più grandi lune di Saturno solo Titano e Rea e al presente possiede 18 satelliti riconosciuti. Tre diverse paia di lune hanno interazioni “armoniche”. L’orbita di Mimas è la metà esatta di quella di Teti, con una risonanza di 1:2. Encelado e Dione sono in risonanza 1:2, Titano e Iperione sono in risonanza 3:4. Questo è spiegabile convenzionalmente solo con una idea di “risonanza” nella gravità.
12.9.1 ANOMALIE MAGNETICHE
1. Campo magnetico significativo. Il campo magnetico di Saturno è grande come quello di Giove e nel nuovo modello può avere effetti energetici a lungo raggio, specialmente quando esistono interazioni geometriche specifiche tra Giove e Saturno come congiunzioni o opposizioni a 180°.
Più tardi mostreremo che queste interazioni possono influenzare realmente la qualità delle trasmissioni radio anche più dei picchi di macchie solari e questo suggerisce che tali congiunzioni agiscano come “pilota” di altri cicli a lungo termine nel Sistema Solare.
2. Magnetosfera reagente al vento solare. L’effetto diretto del vento solare sul campo magnetico di Saturno mostra ancora l’importanza dell’energia Solare nei processi planetari.
3. Assi magnetico e rotazionale identici. Misurazioni satellitare hanno confermato che su Saturno l’asse magnetico è precisamente allineato con l’asse rotazionale. Questa è una sorpresa per i modelli correnti, in quanto normalmente questi campi sono fuori asse tra loro. Nel nuovo modello, questo preciso allineamento potrebbe essere la ragione per la prominenza degli anelli di Saturno; i campi si allineano perfettamente per crearli.
4. Formazioni intrecciate nell’anello F. Questi strani “nodi” intrecciati sono stati osservati dalla Voyager 1 ma non nelle immagini della Voyager 2. Questa struttura tridimensionale non dovrebbe esistere se gli anelli fossero semplicemente composti da polvere e gas; suggerisce un complesso campo magnetico vorticoso, come troviamo nel nuovo modello che descrive due campi magnetici differenti e controrotanti che interagiscono.
12.9.2 FENOMENI VARIABILI NEL TEMPO
1. Scariche di impulsi radio. Queste emissioni radio discontinue sono difficili da spiegare nei modelli correnti, che non forniscono una ragione per fenomeni che cambiano nel tempo.
2. Aurora polare. L’aurora sopra i poli non viene osservata continuamente, ma cambia col tempo e con l’attività solare, come ci attenderemmo.
3. Variazioni irregolari di luminosità. La luminosità generale di Saturno, come quella dei suoi anelli, mostra modifiche variabili nel tempo che si sincronizzano con l’attività solare. Questa sincronizzazione è irregolare, suggerendo altre influenze oltre al Sole.
4. Sparizioni misteriose di anelli. Dal 18° secolo, gli anelli di Saturno sono stati osservati nello sparire occasionalmente. In altri casi, come osservato inizialmente dall’astronomo Maurice Ainslie, sono state osservate palle di radiazione ionizzante nel muoversi attraverso gli anelli e nell’assorbire materiale da essi.
Questo sarebbe normale se il nucleo di Saturno rilasciasse formazioni naturali auto-luminose che assorbano materiale di plasma che forma gli anelli di Saturno. Ricordiamo che le prorietà 2 e 3 dei “domini del vuoto” del Dr.Dmitriev indicano che possono assorbire ed emettere luce e/o campi elettromagnetici.
12.9.3 FENOMENI LUMINOSI/ENERGETICI
1. Scariche elettrostatiche di Saturno. Quando le nostre sonde spaziali hanno attraversato l’area equatoriale, siamo rimasti sorpresi nello scoprire che Saturno emette una forte scarica energetica. Ora sappiamo che ruota come un faro segnalatore, in meno di 5 minuti di un grado di latitudine. Questo suggerisce che una struttura geometrica formi il campo. E’ stata anche osservata una stabile corrente energetica lungo il piano degli anelli.
2. L’idrogeno brilla vicino agli anelli. Questo brillamento di ioni di idrogeno eccitati, suggerisce che gli anelli vengano alimentati da una fonte energetica, non semplicemente da gas e polvere.
3. Energia irradiata di 2.4 volte superiore. Saturno irradia più energia, di 2.4 volte superiore a quella che riceve dal Sole, violando i modelli conosciuti.
4. Macchie luminose che formano bande. Macchie sferiche e bianche sono state osservate nel 1876, nel 1903, nel 1933, nel 1960 e nel Settembre 1990. Nel nuovo modello queste sarebbero “domini del vuoto” o formazioni naturali auto-luminose che emergono dal nucleo energetico planetario. La macchia vista inizialmente nel 1990 si è diffusa in un ovale di 21.000km o 1.305miglia e per Novembre si era espansa pienamente divenendo una banda circolare planetaria.
Questo suggerisce che tali bande siano formate da emissioni energetiche interiori che vengono catturate nella rotazione del campo dal quale sono influenzate in questa particolare latitudine, quindi si diffondono nell’atmosfera. Cosa più importante, vediamo che i periodi temporali tra gli avvistamenti di queste macchie bianche corrispondono strettamente all’orbita di 29.4 anni di Saturno attorno al Sole, suggerendo ancora che i processi energetici di Saturno siano legati al suo movimento rispetto al Sole.
Ricordiamo anche che il Dr.Dmitriev ha fatto una diretta correlazione tra il numero di NSLFs viste sulla Terra e la quantità di attività solare che avveniva in quello stesso periodo.
12.9.4 ANOMALIE IONOSFERICHE/ATMOSFERICHE
1. Riscaldamento dell’atmosfera. Senza una fonte energetica interiore è difficile spiegare perchè l’atmosfera di Saturno abbia un tale calore, specialmente vicino al centro, dove le temperature arrivano a 12000°K.
2. Luminosità e vento ai poli. La luminosità e le correnti di vento energetico extra nelle regioni polari sembrano mostrarci ancora un flusso di energia vorticosa verso il centro del pianeta, dove ci aspetteremmo la presenza di “materia solare indifferenziata”.
3. Emissioni di raggi X ai poli. Questi raggi-X polari vengono emessi durante le aurore e mostrano proprietà da “acceleratore di particelle nucleari” dentro Saturno.
4. Emissione di elio ai poli. L’elio che emerge dai poli di Saturno mostra qualità nucleari del nucleo e illustra ancora il movimento di energia ai poli.
12.9.5 ANOMALIE STRUTTURALI/GEOMETRICHE
1. Solchi tra gli anelli. I solchi tra gli anelli di Saturno sono numerosi, tanto che appaiono come tracce di un fonografo; questo sembra mostrarci una molteplicità di campi sferici annidati di energia che interagiscono nella regione equatoriale. Questi solchi non dovrebbero formarsi secondo i concetti gravitazionali convenzionali.
Nel modello convenzionale che coinvolge solo la forza centrifuga, gli anelli dovrebbero allontanarsi dal pianeta, non avvicinarsi. Ricordiamo che l’esperimento di Walter Russell ha dimostrato un anello con soli campi elettromagnetici, mostrando che non ha a che fare con la semplice gravitazione, ma più con una intersezione di forze sul piano equatoriale della CU o toroide sferico.
Nel nuovo modello, i due campi interagiscono geometricamente sull’equatore, il loro perfetto punto di bilanciamento e vengono quindi osservati nel centro.
2. “Raggi” nell’anello B. Possiamo vedere cambiamenti geometrici variabili nel tempo nel secondo anello o “anello-B” che mostra formazioni a fetta che si estendono dal centro del pianeta. Si, esatto, strutture geometriche a linee dritte di energia! Questo mostra un campo magnetico geometrico ed è ben spiegabile osservando un vortice a forma di imbuto che si forma dal centro del pianeta.
3. Spaziatura di 45° dei raggi. I raggi menzionati sopra mostrano la maggior attività in intervalli di 45° di longitudine. Questo si avvicina molto alle zone dei nodi dell’icosaedro lungo la superficie di una sfera! Vi rientrerebbe perfettamente un campo cubo-ottaedrico, in quanto 360 risulta moltiplicando 45×8.
4. Irregolarità ad anello non-gravitazionali. Abbiamo menzionato alcune di queste, come anelli molto sottili, fini spaziature tra gli anelli, i solchi e i raggi. Abbiamo anche anelli con forme eccentriche, formazioni a spirale, formazioni ondulate. Nessuna di queste dovrebbe apparire per effetto della gravità, dove molte teorie si fermeranno.
12.10 URANO
Questo pianeta gassoso di colore blu è stato scoperto da William Herschel il 13 Marzo 1781. E’ stato visitato solo da un’astronave, la Voyager 2 il 24 Gennaio 1986. Il suo asse di rotazione si affaccia quasi direttamente al Sole, diversamente da tutti gli altri pianeti del Sistema Solare. E’ meno gassoso di Giove e Saturno, con il 15% di idrogeno e poco elio e il resto comprende roccia e varie forme di ghiaccio.
La sua massa sembra uniformemente distribuita, senza extra densità vicino al nucleo. Sia Urano che Nettuno sembrano avere composizione del nucleo simile a quella Giove e Saturno, eccetto che per la mancanza di una grande struttura di idrogeno liquido metallico formata da temperatura e pressione. Urano possiede anche strati di nubi che si muovono rapidamente lungo la superficie, come per gli altri pianeti gassosi. Possiede 11 anelli conosciuti, tutti molto vaghi. L’anello più luminoso viene chiamato Epsilon.
Urano ha le lune più conosciute, di cui 20 hanno ricevuto un nome. Undici di queste sono molto piccole, scure e vicine al pianeta, scoperte dalla Voyager 2. Le cinque lune maggiori sono Miranda, Ariel, Umbriel e Titania e altre quattro sono molto più distanti e sono state scoperte di recente.
A parte le quattro lune distanti, hanno orbite quasi circolari attorno all’equatore di Urano e sono quindi inclinate con un angolo quasi perpendicolare contro il piano piatto in cui orbitano i pianeti, conosciuto come eclittica. Il Dr.Zecharia Sitchin ha dimostrato una relazione armonica tra le lune interne in Genesis Revisited.
12.10.1 ANOMALIE MAGNETICHE
1. Magnetosfera complessa e inattesa. Originalmente, dato che Urano non mostra segni di un nucleo sottile, i teorici della dinamo non si aspettavano un camp magnetico. Infatti possiede un campo magnetico molto complesso completamente inatteso, che Pasichnyk sottolinea in quanto “mostra il Modello Campo-dinamico in modo più chiaro della maggioranza delle osservazioni della Voyager sugli altri pianeti”.
2. Campi magnetici annidati. Urano possiede una magnetosfera dentro un’altra magnetosfera; questo è chiaro segno dell’esistenza di due campi energetici sferici “annidati” che interagiscono tra loro.
3. Le linee magnetiche ritornano prima di raggiungere l’equatore. Tra questi due principali campi, alcune delle linee magnetiche di forza vengono osservate nell’”immergersi nuovamente” nel pianeta prima di raggiungere il punto medio all’equatore. Questo rientra nel modello Campo-dinamico, mostrando dove i campi interferiscono, annullandosi tra loro e venendo assorbiti nel nucleo energetico del pianeta.
4. Convezione e co-rotazione. Come la Terra, i campi magnetici di Urano mostrano segni di un flusso circolante e i campi ruotano anche seguendo il movimento del pianeta.
5. Campo magnetico fuori asse di 55-60°. Il Dr.Dmitriev fornisce significato alla spiegazione convenzionale per cui questo disassamento di 55-60°, misurato dalla Voyager 2 nel 1986, sia dovuto ad una recente inversione magnetica di Urano; Pasichnyk non concorda.
Nel Modello Capo-dinamico potremmo pensare a questo “disassamento” come alla misurazione di un forte campo magnetico a 30° di latitudine, dove sarebbe atteso secondo la geometria dell’icosaedro.
I modelli magnetici correnti si attendono solo un campo “dipolare”, quindi solo un polo nord e uno sud per il pianeta; tali sistemi multi-polari non si credono possibili sui pianeti, ma sono stati osservati nelle stelle.
12.10.2 FENOMENI VARIABILI NEL TEMPO
1. Emissioni radio polari con sei componenti variabili nel tempo. Al “debole Polo Nord Magnetico” di Urano, vediamo una fonte di emissioni radio che varia con le emissioni solari e che possiede sei componenti separati. Questo suggerisce un sistema complesso parzialmente guidato dall’energia Solare, come ci aspetteremmo.
2. Incremento del flusso di protoni ed elettroni. Nella magnetosfera discendente di Urano, ci saranno incrementi ripetitivi e periodici nel flusso di protoni ed elettroni carichi. Questo è ben spiegato dal modello Campo-dinamico.
3. La colonna di idrogeno varia per un fattore di due in 24 ore. La colonna di idrogeno Lyman-alpha su Urano è più forte di quanto previsto dal modello convenzionale e nel corso delle 24 ore varierà per un fattore di due; questa è indicazione di un campo magnetico nel modello di Pasichnyk.
12.10.3 FENOMENI LUMINOSI/ENERGETICI
1. Zone aurorali più vicine all’equatore che ai poli. Altra sopresa offerta da Urano è che l’aurora non si accumula attorno ai poli come abbiamo visto in altri pianeti, inclusa la Terra. Questo suggerisce che benchè Urano ruoti perpendicolarmente al Sole, le correnti energetiche del Sole rafforzano altre aree della geometria magnetica che sono allineate col vento solare, causando la materializzazione dell’aurora attorno all’equatore.
2. Le aurore sono “auto-eccitate”. Le aurore su Urano non sono correlate con l’attività solare per gran parte; sono guidate da processi interni e disturbano l’atmosfera superiore. Ricordiamo che Urano non mostra evidenza di un nucleo solido, quindi l’idea di un centro energetico simile al Sole è la spiegazione migliore.
12.10.4 ANOMALIE IONOSFERICHE/ATMOSFERICHE
1. Alte temperature anomale nell’atmosfera superiore. L’atmosfera superiore di Urano raggiunge temperature di 750°Kelvin, che causano la sua diffusione per 6.000km o 3.725 miglia sopra le nubi.
2. 30% del calore atmosferico dall’interno di Urano. Le alte temperature osservate nell’atmosfera di Urano non possono essere spiegate dalla radiazione solare; è necessaria una fonte interna di energia come suggerisce il modello.
3. Il Polo Sud non è abbastanza caldo. Dato che il Sole illumina sempre direttamente il polo rotazionale sud di Urano, noi penseremmo di trovarvi più calore rispetto al resto del pianeta. Infatti, le temperature planetarie sono piuttosto uniformi, persino l’area oscura al Polo Nord.
3. Temperature più basse a 30° di latitudine. Questo rientra ancora con la geometria dell’icosaedro, come prevista dal nuovo modello. Inoltre, l’equatore mostra le temperature maggiori, benchè non si affacci al Sole durante la rotazione di Urano.
12.10.5 ANOMALIE STRUTTURALI/GEOMETRICHE
1. Formazione a doppia elica nella coda del campo. Come ci attenderemmo dai processi vorticosi spiraleggianti, nella coda del campo magnetico di Urano troviamo una formazione a doppia elica. I nomi correntemente assegnati sono “airglow” e “electroglow”, dato che la spiegazione convenzionale dice che sia causata da elettroni che si caricano e reagiscono con l’idrogeno nell’atmosfera superiore.
2. Celle di convenzione con i venti verticali, a 30°. In entrambi i lati delle latitudini a 30°, Urano mostra celle di convezione. In queste aree vediamo una significativa mescolanza delle nubi con l’atmosfera e viene osservato il moto del vento in verticale. La geometria icosaedrica è molto chiara analizzando questo comportamento, in quanto i venti dovrebbero normalmente seguire la direzione orizzontale.
3. Venti controrotanti e strati di nubi. All’equatore di Urano, i venti fluiscono nella direzione opposta o retrograda rispetto alla direzione rotazionale, e i venti a media latitudine fluiscono con la rotazione. Questo viene osservato sulla Terra e mostra la presenza di campi energetici controrotanti che guidano i processi atmosferici. Inoltre, muovendoci in alto lungo la latitudine vediamo continuamente aree controrotanti, come col Sole, Giove, Saturno e Nettuno.
4. Variazioni chimiche a media latitudine. L’ammoniaca su Urano è concentrata tra 15 e 45° di latitudine, mostrando concentrazione nel centro icosaedrico sui 30°. La maggior quantità di ammoniaca viene osservata tra i 30 e i 40° di latitudine Sud e notiamo l’assenza di ammoniaca al polo sud. Inoltre, le concentrazioni di metano si riducono ai 30° Sud di latitudine e questo è ciò che ci attenderemmo in presenza di un flusso di “particelle” cariche in un centro attivo energeticamente.
5. Radiazione centrata a 45° di latitudine. Col rilascio di fulmini nell’atmosfera di Urano, si formano emissioni radio conosciute come Scariche Elettrostatiche Uraniane. Questa radiazione si concentra attorno ai 45° di latitudine Sud. Nell’emisfero Sud troviamo una regione molto calma energeticamente, mostrando ancora la costrizione geometrica.
12.11 NETTUNO
Nettuno ha il quarto maggior diametro fra i pianeti. E’ più piccolo in diametro rispetto a Urano ma ha una massa maggiore, con un diametro equatoriale di 49.532km e una massa di 1.0247e26kg. Venne concepito tramite lo studio di vari cambiamenti nell’orbita di Urano e poi osservato da Galle e d’Arrest il 23 Settembre 1846.
La maggior conoscenza di Nettuno ci arriva dal singolo incontro con la Voyager 2 del 25 Agosto 1989, poi combinato con altre importanti osservazioni tramite il Telescopio Spaziale Hubble. Può divenire il pianeta più distante nel Sistema Solare quando l’orbita eccentrica di Plutone lo incrocia.
Ora sappiamo che è di colore blu , possiede bande di nubi controrotanti e si pensa che abbia una composizione atmosferica simile a quella di Urano, con vario “ghiaccio”, roccia, circa il 15% di idrogeno e una piccola quantità di elio. Sembra essere uniforme come densità interna similmente a Urano. Si crede che il colore blu derivi dall’assorbimento della luce rossa dovuto al metano nell’atmosfera, ma altre qualità sconosciute devono essere responsabili per spiegare tale sfumatura di colore.
Anche Nettuno possiede la famosa Grande Macchia Scura alla latitudine tetraedrica, di un diametro simile a quello della Terra e possiede anche nubi bianche osservate attorno ad esso sempre alla stessa latitudine “tetraedrica”.
Questa macchia è stata vista apparentemente sparire grazie ald Hubble nel 1994, solo per essere rimpiazzata da un’altra nell’emisfero Nord pochi mesi dopo, molto facilmente alla stessa latitudine “tetraedrica”.
Una piccola nube bianca irregolare orbita attorno a Nettuno in sole 16 ore e ora è conosciuta come “The Scooter” e la sua natura resta un mistero. Nettuno ci mostra quattro anelli di colore scuro con ciuffi luminosi, uno dei quali ha una struttura di forma elicoidale. Nettuno ha una grande luna conosciuta come Tritone e sette lune conosciute molto più piccole.
12.11.1. ANOMALIE MAGNETICHE
1. Magnetosfera inclinata di 50° rispetto all’asse rotazionale. Questa osservazione, accoppiata con una simile condizione su Urano, ha portato alcuni scienziati a ripensare su come si formino i campi magnetici sui pianeti. La spiegazione convenzionale dice che Nettuno ha subito un recente spostamento dei poli, per il fatto che i campi di Nettuno e Urano sono stati osservati come “magneticamente coniugati”.
Pasichnyk sottolinea ancora che questa apparente inclinazione di 50° potrebbe essere una attivazione a 40° di latitudine della geometria icosaedrica che è più forte rispetto alle regioni polari.
2. Caratteristiche magnetiche non-dipolari. Ancora, non vediamo un campo “dipolare” magnetico uniforme da nord a sud, ma una serie di discontinuità come quelle sulla Terra, come ci attenderemmo secondo la geometria.
12.11.2 FENOMENI VARIABILI NEL TEMPO
1. Caratteristiche su piccola scala che variano ora per ora. Nell’atmosfera di Nettuno, certe caratteristiche su piccola scala sono state viste cambiare letteralmente su base oraria.
2. Cambiamenti della Grande Macchia Scura. Questa svolta completa della caratteristica della Grande Macchia Scura dalla latitudine Sud-Nord in un periodo di mesi, quando la Grande Macchia Rossa di Giove è stata vista costante per oltre 300 anni, certamente mostra che Nettuno è capace di rapidi cambiamenti.
12.11.3 FENOMENI LUMINOSI/ENERGETICI
1. Emisfero nord ora più luminoso dell’emisfero sud. Ad un certo punto l’emisfero sud è stato più luminoso di quello nord. Quindi dagli ultimi anni ’70, si sono equilibrati. Ora l’emisfero nord mostra più luminosità di quello sud, come osservato dal telescopio di 2.2m dell’Università delle Hawaii. Secondo Pasichnyk, “con un Modello Campo-dinamico questo non è un mistero.”
2. Poli ed equatore più caldi delle latitudini medie. Questo ci mostra segni di una fonte di energia interna responsabile per i cambiamenti di temperatura del pianeta. Questo è stato visto anche nel comportamento di altri pianeti gassosi nonostante le loro differenze nei meccanismi di riscaldamento interno e nella totale energia assorbita dal Sole.
3. Energia emanata in eccesso di 2.7 volte rispetto a quella ricevuta. Suggerisce ancora la presenza di una potente fonte di energia interiore, Nettuno irradia energia in eccesso di 2.7 volte maggiore di quella ricevuta dal Sole.
12.11.4 ANOMALIE IONOSFERICHE/ATMOSFERICHE
1. Nettuno ruota troppo rapidamente. Il modello convenzionale ha spiegato la grande radiazione energetica di Nettuno proponendo un’orbita di 17 ore dove la mescolanza interiore al pianeta viene direttamente legata alla quantità di calore rilasciata. Con la nube “Scooter” che mostra un’orbita di 16 ore, la “teoria della mescolanza” non funziona, quest suggerisce ancora una fonte interiore di energia come proposta dal Modello Campo-dinamico.
2. Variazioni della velocità atmosferica. Alle basse latitudini vicine all’equatore, l’atmosfera di Nettuno è subrotante, ovvero si muove più lentamente della rotazione planetaria, in cui ad alte latitudini è super-rotante, muovendosi più rapidamente della velocità rotazionale planetaria.
3. Venti più rapidi nel Sistema Solare. In certe aree, i venti di Nettuno sembrano soffiare alla velocità di 600m/sec o a circa 1.340 miglia/ora; superiore a quella di un uragano di livello 5 sulla Terra. Come sottolinea Pasichnyk, dato che Nettuno assorbe meno luce solare ed energia degli altri pianeti, “Non ci sono dubbi che questi venti siano alimentati da una potente fonte energetica interiore.”
12.11.5 ANOMALIE STRUTTURALI/GEOMETRICHE
1. Macchie a media latitudine con evidenza di flusso particellare. La geometria dei campi in questo nuono modello rispecchia perfettamente le osservazioni di queste macchie a media latitudine.
2. Cambiamenti della Grande Macchia Scura. La sparizione di questa macchia in un’area geometrica e la riapparizione nell’emisfero opposto, è indicativa di un sistema energetico più complesso al lavoro, capace di rapidi cambiamenti.
3. “Nube Scooter” con rotazione di 16 ore. Una nube con tale velocità e piccola dimensione è indicativa di un nodo geometrico energetico.
4. Formazioni elicoidali negli anelli. Le osservazioni di “trecce” negli anelli non è spiegabile solo con le forze gravitazionali.
12.12 PLUTONE
Per la sua estrema distanza dalla Terra e una carenza relativa di studi, abbiamo poche anomalie da riportare con Plutone, quindi ci sposteremo dal formato standard di 5 categorie.
Plutone è il pianeta più lontano dal Sole e più piccolo di tutti gli altri, con un diametro di 2274km. Questo lo rende più piccolo delle lune nel Sistema Solare, inclusa la Luna della Terra, Io, Europa, Ganymede, Callisto, Titano e Tritone.
Per questa ragione, alcuni hanno spinto perchè venisse degradato da pianeta a grande cometa o asteroide, ma è difficile che avvenga. Possiede una massa di 1.27e22kg ed è stato scoperto nel 1930 da Clyde Tombaugh. Deve essere visitato dalle nostre astronavi e persino il Telescopio Spaziale Hubble può solo mostrare le sue caratteristiche superficiale più ovvie.
La sua luna Charon è stata scoperta da Jim Christy nel 1978 e osservando come la luminosità dei due corpi cambiava col movimento di Charon verso Plutone, i nostri scienziati hanno potuto costruire una mappa grezza di aree luminosce e oscure di entrambi gli oggetti. Plutone mostra grande contrasto fra queste aree, più di ogni altro oggetto nel nostro Sistema Solare, eccetto la luna Iapetus.
Questa è considerata una anomalia che vale investigare con alta priorità per la missione Pluto Express che è stata proposta e che ora sembra stata scartata nel nuovo budget Presidenziale del 2001.
Una osservazione interessante è che le aree di maggior temperatura di Plutone corrispondono circa alle aree più scure. Si pensa che “la composizione delle aree scure della superficie di Plutone sia sconosciuta, ma può essere dovuta a materiale organico primordiale o a reazioni fotochimiche guidate dai raggi cosmici.”
L’equatore di Plutone sembra avere una direzione con un angolo di circa 90° nella direzione orbitale, come Urano. L’orbita di Plutone è pari a 1.5 volte in lunghezza rispetto a quella di Nettuno, fornendo un rapporto armonico di 3:2 con l’orbita di Nettuno, benchè non girino attorno al Sole sullo stesso piano.
Inoltre, Plutone e Charon ruotano sincronicamente, mantengono sempre la stessa faccia tra loro, come la Terra e la sua luna.
Pasichnyk ci ricorda che le cappe di ghiaccio di Plutone crescono solo all’equatore e che esiste una banda rossastra lungo l’equatore, suggerendo un fenomeno ad anello. Inoltre, la distribuzione delle macchie scure mostrano fenomeni ristretti in latitudine, come atteso da questo modello.
12.13 SOMMARIO
Per la lunghezza di questo capitolo e la sua struttura già organizzata, abbrevieremo questo sommario e discuteremo le sue implicazioni nel prossimo capitolo.
12.1 L’enigma di Marte indica possibili strutture artificiali portate inizialmente all’attenzione del mondo da Richard Hoagland.
12.2 Hoagland e altri ricercatori incluso Erol Torun hanno determinato che la città Marziana di Cydonia conteneva matematica codificata per descrivere un tetraedro dentro una sfera in molti modi, in base al posizionamento geometrico degli oggetti. Questo indica che Cydonia fosse un simbolo per il tetraedro.
12.2.1 La geometria del tetraedro circoscritto viene osservata come flussi energetici nel Sistema Solare, forse anche come macchia luminosa nella stella Betelgeuse. Questi flussi in uscita sono usualmente vulcanici sui pianeti solidi, vortici atmosferici sui pianeti gassosi o attività di macchie sul Sole.
12.3 Suggeriamo che la geometria vista nell’icosaedro e nel tetraedro, relativa ai campi energetici planetari, abbia a che fare con le proprietà della vibrazione. Questo permette anche alla CU (ndt. Unità di Coscienza) di rilasciare parte dello stress visibile tra i poli nord e sud quando fluisce in modo “polarizzato”, che crea grandi forze gravitazionali ed energetiche che potrebbero non supportare un pianeta, come abbiamo mostrato.
12.4 Da qua ci muoviamo attraverso una descrizione organizzata dei dati di Richard Pasichnyk e il Modello Campo-dinamico, che ci mostra chiaramente i processi della CU attraverso il Sistema Solare. Chiariamo due punti importanti. Il primo è che il fenomeno energetico sarà variabile nel tempo per il fatto che i pianeti sono influenzati dalla loro posizione relativa e dall’azione rotazionale dei loro Campi.
Il secondo punto importante è che gli anelli planetari sono formati per il lavoro di due campi sui pianeti. Questi due campi vengono osservati controruotare e portano all’osservazione di energia fluente in entrambe le direzioni ai poli.
Quando questi campi si intersecano, formano un piano perfettamente piatto all’equatore del pianeta. Questa è la causa degli anelli planetari ed è stata mostrata in laboratorio dall’esperimento di Walter Russell con due campi magnetici conici.
Traduzione a cura di Richard
divinecosmos.comDavid Wilcock