Il grafico in alto, costruito con i dati ufficiali dell’Ema, l’agenzia del farmaco europea, mostra visivamente e in maniera immediata, comprensibile anche per chi ha gli occhi foderati di paura e di cazzate mainstream, quale sia stato il balzo degli “effetti avversi” che si è avuto a marzo il mese nel quale si sono fatte più vaccinazioni.
Fino a ieri tutto l’ambiente medico tenuto per le palle da Big Pharma, ha tentato di dire che non c’erano correlazioni, ma alla fine l’Ema ha dovuto ammettere che per quanto riguarda AstraZeneca tali correlazioni esistono, anche se poi si è lanciata in un peana costi-benefici che se fosse stato fatto a un esame di statistica avrebbe causato la perpetua espulsione dagli studi dello studente. Ad ogni modo, questi sono i dati fino al 3 aprile nella sola Ue:
- AstraZeneca: 967 morti e 133.310 effetti avversi;
- Pfizer: 3.529 morti e 127.789 effetti avversi;
- Moderna: 1.475 morti e 11.545 effetti avversi.
Quasi 6 mila morti nella sola Europa senza la Gran Bretagna ed è dunque presumibile che a livello globale siano decine di migliaia, almeno per quanto riguarda i vaccini a mRna, le persone sacrificate alla narrazione pandemica.
Ovviamente queste cifre vanno confrontate con il numero di dosi inoculate di ogni singolo vaccino, ed è per questo che AstraZeneca si rivela quello più pericoloso come si evince dalla tabella a fianco, oltre ad essere quello che uccide persone ancora in età relativamente giovane per cui adesso si dice che solo gli ultrasessantenni possano farlo.
Naturalmente qui si parla soltanto di “casi segnalati”, il che vuol dire che quelli “reali” potrebbero essere molti di più, come si potrebbe anche arguire dal fatto che il rapporto tra decessi e reazioni avverse è del tutto sballato tra i tre vaccini: l’ostinazione nella burocrazia sanitaria a voler negare correlazioni, può nascondere una strage ancora più grande.
Ma c’è di più: il problema vero è che siano di fronte a una diabolica perseveranza nelle campagne vaccinali quando esse, laddove hanno coperto la gran parte della popolazione, come è accaduto in Israele, in Cile e in Ungheria stanno mostrando conseguenze catastrofiche, con un aumento esponenziale di contagi, di ricoveri e di morti.
Di di fronte a tutto questo fermare le campagne vaccinali sarebbe un atto di doverosa prudenza per comprendere bene dove stia il “baco” di questi preparati messi in piedi in tutta fretta, che peraltro non si capisce che funzione possano avere, visto che i vaccinati continuano ad essere infettivi e a poter prendere l’infezione e che la copertura anche quando esiste è debole e dura pochi mesi.
Ma come disse un uomo della provvidenza, chi si ferma è perduto: se si dovessero fermare in via precauzionale le vaccinazioni, tutta la mistificazione pandemica rischierebbe di crollare, perché cosa sono alcune migliaia di morti a confronto con le cifre di decessi da covid “fasulli” che vengono spacciati alla popolazione con martellamento mediatico quotidiano?
Bisognerebbe giustificare lo stop, ammettendo che siamo di fronte ad una sindrome influenzale forse appena più forte di quelle normali, non certo alla peste, e dando comunque via libera a quelle cure che risolverebbero il problema senza vaccini inutili. I milioni di persone rovinate e cacciate in una situazione di povertà da questa commedia, potrebbero davvero rivoltarsi in maniera violenta contro i loro “salvatori-aguzzini”.
Per questo tutto deve andare come se nulla fosse, come se 6000 morti e mezzo milione di effetti avversi, tra cui un 30 per cento gravi, fossero una bagatella e un piccolo prezzo da pagare alla salvezza dal raffreddore, come se non si vedesse il disastro che avviene nei paesi più efficienti nelle vaccinazioni dove invece dell’immunità di gregge si moltiplicano le varianti e i contagi: la macchina non può fermarsi a nessun costo e solo un atto di generale e totale disobbedienza potrà fermare questa follia.
Articolo de ilSimplicussimus
Tratto da: conoscenzealconfine, grazie a UnUnivero