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BELGRADO (Sputnik) – Il ministro serbo delle innovazioni Nenad Popovic ha condannato Meta Platforms Inc, società madre di Facebook, Instagram e WhatsApp, per la sua decisione di permettere temporaneamente messaggi violenti indirizzati all’esercito russo e al presidente del rispettivo paese, Vladimir Putin.
“L’isteria anti-russa ha raggiunto il suo punto massimo con la decisione di Meta di permettere (…) di seminare l’odio contro la nazione russa e di incitare apertamente alla violenza contro i russi. Ciò è inumano, immorale e ricorda irrimediabilmente la persecuzione dei serbi, degli ebrei e dei russi durante la seconda guerra mondiale”, ha dichiarato Popovic attraverso il suo servizio stampa.
Il ministro ha sottolineato che la Serbia “non imporrà mai sanzioni alla Federazione Russa“, perché le sanzioni significherebbero “la rinuncia agli interessi politici ed economici vitali“.
Alla luce degli eventi in Ucraina, Meta ha temporaneamente revocato il divieto di Facebook e Instagram di sollecitare l’uso della violenza contro l’esercito russo, ma non contro la popolazione civile della Russia, secondo il portavoce Andy Stone.
Stando a Reuters, la nuova politica permette di diffondere appelli omicidiari nei riguardi dei presidenti di Russia e Bielorussia, ovvero Vladimir Putin e Alexander Lukashenko.
Il 4 marzo, il responsabile russo dei media Roskomnadzor ha bloccato l’accesso al social network Facebook.
L’11 marzo, la procura generale russa ha proposto di riconoscere Meta come un’organizzazione estremista e di vietare il suo operato in Russia. Roskomnadzor, nel frattempo, ha annunciato che limiterà l’accesso a Instagram il 14 marzo alle 00.00 ora di Mosca (GMT+3).
Traduzione e adattamento a cura di Chris Barlati