Roberto Morini (fisico nucleare e filosofo)
16 maggio 2017
Ogni volta che mi avventuro in viaggi in treno, mi capita spesso d’osservare un fatto semplice ma, nello stesso tempo, molto curioso.
Quando, fermo in stazione, si affianca un altro treno dal lato del finestrino vicino al quale sono seduto, nel momento in cui parte, non si riesce mai a capire se è il treno sul quale stai comodamente occupando un posto che si avvia, o se invece è quello che sostava affianco.
Questo dubbio, in assenza di sbuffi e sussulti, dura finché non appare sullo sfondo un qualsiasi punto fisso che confermi che è l’altro treno a essersi avviato. Oppure confermi indifferentemente anche l’opposto.