DI EMANUELA LORENZI da Come Don Chisciotte
Censura alla cura (… che non è un vaccino e quindi fa paura?)
“Il Signor scienziato, quello che nonostante avesse detto che il Coronavirus non sarebbe mai arrivato in Italia, si è accorto in ritardo del plasma iperimmune.
Forse il Prof. non sa cosa è il test di neutralizzazione. Forse non conosce le metodiche di controllo del plasma. Visto che noi abbiamo il supporto di AVIS.
Glielo perdono. Io piccolo pneumologo di periferia. Io che non sono mai stato invitato da Fazio o da Vespa.
Ora, ci andrà lui a parlare di plasma iperimmune. Ed io e Franchini alzeremo le spalle, perché…
Importante è salvare vite!
Buona vita, quindi, Prof. Burioni. Le abbiamo dato modo di discutere un altro po’. I miei pazienti ringraziano[1].”
Ed ora:
“It is fair to say things won’t go back to truly normal until we have a vaccine that we’ve gotten out to basically the entire world”[2]
(“È giusto dire che le cose non torneranno alla normalità finché non avremo un vaccino che abbiamo somministrato a tutto il mondo”)
Dal re della coerenza (guardate il nostro borioso child-unfriendly televirologist nostrano, se avete stomaco, il rigurgito neuronale è breve ma intenso) all’autoproclamatosi re del mondo dallo sguardo rettiliano (raccomando la visione di uno degli stucchevoli teatrini-clip che mette in scena con la moglie Melinda, che mi ricorda in modo inquietante Diana Marshall la ingoia-topi dei Visitors, insieme sembrano una coppietta di stregoni dal guizzo malefico) dei cui filantropici effetti su bambine e bambini indiani (la sua campagna antipolio 2000-2017 ha causato paralisi flaccida post-vaccinica cioè polio in 500mila bambini con caccia ) e sterilizzazioni di massa delle donne keniote, nicaraguensi, messicane e filippine col DTP e la dal Messico e dalle Filippine etc abbiamo già detto, come abbiamo citato più volte la famosa TED talk del 2010 in cui invocava un riduzione della popolazione con l’aiuto dei vaccini (al minuto 4:21 della trascrizione: Il mondo oggi ospita 6,8 miliardi di persone … e va verso i 9 miliardi. Ora se riusciamo a fare un buon lavoro con i nuovi vaccini, assistenza sanitaria e salute riproduttiva, potremmo abbassare quel numero di un 10 o forse 15 per cento). Ma all’eugenetista Gates non vanno a genio neppure i vecchietti visto che proponeva di farli fuori per risparmiare soldi appoggiando le cosiddette giurie della morte (Durante una serie di domande e risposte, Gates insinuò che pazienti anziani che vengono sottoposti a costosi trattamenti medici dovrebbero essere uccisi e i soldi spesi in altro modo. Gates affermò che c’era “una mancanza di volontà” nel considerare la questione di scegliere tra “spendere un milione di dollari sugli ultimi tre mesi di vita per quel tipo di paziente” o licenziare 10 insegnanti.)
Giù le mani dai bambini
Dopo una festa del lavoro senza lavoro né lavoratori, per lo più gettati nel baratro della disoccupazione o del debito, e alle porte di una fase2 che pare più atroce e disumana della fase1, l‘induzione a idiozia dei neuroni degli italiani ormai alla deriva come Laurasia e Gondwana senza più connessioni sinaptiche (quelle che dovrebbero far denunciare Conte e i suoi assembramenti senza mascherina né distanziamento che pretende dai suoi sudditi, prima ancora delle sue sparate in perenne sinusite) non farà forse cogliere i collegamenti fra diciamo gli ultimi 3 fatterelli dei recenti giorni: allarmismo sui bambini sulla correlazione fra Covid e sindrome di Kawasaki nei bambini (spiegata qui dalla Dottoressa Lesmo e che molte famiglie con un danno da vaccino purtroppo sanno essere fra gli effetti collaterali del vaccino, si veda antimeningococcoB ); la proiezione di Contagion l’altra sera (me la sono persa); la successiva videochiamata fra il Conte e Sir William Henry Gates (ma siccome ha chiamato Gates è stata in neolingua una ‘videocall’) nella quale Gates «ha riconosciuto l’impegno assicurato dall’Italia, negli anni, al contrasto alle pandemie e al sostegno della ricerca scientifica finalizzata ai vaccini» (certo siamo capofila da un pezzo come offerta di cavie ben prima della legge Lorenzin), i cui attori sono stati tutti premiati a partire da Raniero Guerra). Tutto concorre a creare il FRAME di spinta verso le FAUCI dell’annichilimento e dell’indebolimento fisico mentale e morale da sempre voluto dal NWO.
A questo proposito, mi ha colpito l’uso quantomeno inappropriato del verbo “paventare” in questo articolo che annunciava la ‘videocall’ laddove l’eventualità che il virus si estingua da solo è addirittura temuta dall’estensore del pezzo, manco fossero uccelli del malaugurio questi esperti:
Intanto, bisogna essere consapevoli che è necessario attendere il vaccino per ritornare alla normalità. Sempre che il virus non vada a scemare la sua forza da solo, come paventato da qualche esperto del settore come il virologo Tarro.
Lapsus freudiano?
Vaccino mortale e mascherine pericolose
Sulla inutilità e persino dannosità (ragion per cui Gates pretende la totale impunità) di una cosa impropriamente chiamata ‘vaccino’ dai beoti che per strada sospirano “mamma mia speriamo lo trovino presto”, ci siamo già soffermati in precedenza, sia per la mutevolezza del virus che per il rischio di infezioni polmonari letali nei vaccinati esposti al virus come emerso da questo studio del 2012. Qualche settimana fa Marcello Pamio riportava gli esiti catastrofici degli esperimenti del 2002:
Squadre di scienziati statunitensi e stranieri hanno vaccinato animali con i quattro vaccini più promettenti dell’epoca. Inizialmente l’esperimento sembrava avere successo poiché tutti gli animali avevano sviluppato una risposta anticorpale. Tuttavia, quando gli scienziati hanno esposto gli animali vaccinati al virus selvaggio, i risultati sono stati a dir poco terrificanti. Gli animali hanno manifestato risposte iperimmuni gravi, inclusa l’infiammazione generalizzata, che è terminata con infezioni polmonari letali. Si chiama ADE (Antibody-Dependent Denhancement), potenziamento dipendente dall’anticorpo, o più semplicemente “potenziamento immunitario” che si verifica quando le proteine antivirali facilitano l’ingresso del virus nelle cellule ospiti, portando ad una maggiore infettività nelle cellule… I ricercatori avevano visto questa stessa “risposta immunitaria esagerata” durante i test umani sul vaccino contro l’RSV, il virus respiratorio sincinziale, falliti negli anni ’60. Il grossissimo problema è che qualsiasi nuovo vaccino contro il coronavirus potrebbe innescare reazioni immunitarie letali quando le persone vaccinate entreranno in contatto con il virus selvaggio!
Tuttavia, vi sarebbero dubbi anche sulla pericolosità delle mascherine ora rese obbligatorie ovunque e non solo per l’uso e smaltimento inappropriati o per il falso senso di sicurezza che ridurrebbe distanziamento e lavaggio mani, bensì come denunciato anche dai medici dell’ISDE[3]:
Le maschere facciali rendono la respirazione più difficile. Per persone con BPCO sono insopportabili perché peggiorano la loro dispnea.[5] Inoltre una frazione di CO2 espirata in precedenza è inalata a ogni ciclo respiratorio. I due fenomeni aumentano frequenza e profondità della respirazione, quindi aumentano la quantità d’aria inalata ed espirata. Ciò può peggiorare la diffusione di Covid-19 se le persone infette che indossano maschere diffondono più aria contaminata. Ciò può anche peggiorare le condizioni cliniche degli infetti se la respirazione potenziata spinge la carica virale in profondità nei polmoni [Su questo punto è importante riferirsi al modello immunologico del Covid-19 messo a punto da tre ricercatori italiani.]
Che dire, siamo in buone mani.
In fuga dal Segugio
L’altro giorno volevo raggiungere mio figlio, uscito in bici qui “in prossimità” di casa all’avventurosa ricerca di un canaletto adatto alla navigazione della sua flotta di carta e sughero, per portargli un ghiacciolo al limone. Avevo anche bisogno di pensiero camminante al di fuori delle mura domestiche, per elaborare sentimenti e ricordare cose e persone andate. Faccio presente nel quartiere c’è chi tiene sigillati in casa da mesi i figli, già piuttosto latitanti in generale per timore che facciano cose pericolosissime e disdicevoli come rotolarsi nell’erba e giocare a pallone in strada anziché rimbambirsi da mane a sera alle pareti parlanti di pixel, perché fermamente convinti che il virus sia “nell’aria” esterna alle mura domestiche come un’entità spiritica. Non sanno che la casa è il luogo più inquinato tra VOC e wi-fi, un aerosol tossico che dà ipercapnia come le mascherine incautamente raccomandate agli sportivi. Sono passata a piedi nella viuzza sterrata dietro casa dove una famiglia stava spaparanzata a godersi l’assenza di passanti in deshabillé. Qualche centinaio di metri pensavo, mentre lui era già passato di lì a cercare me, all’improvviso pare che questa signora, altri appellativi trascrivibili non me ne vengono, abbia chiamato i vigili urlando “Non si può!! Prima quella a piedi e poi questo in bici!! Non si può!!”, turbata più dal disturbo della suo relax da assenza di esseri umani nei paraggi che dal non rispetto delle regole (secondo lei), così mi sono ritrovata a vagare sempre più verso la campagna mentre questi soggetti senza niente di meglio da fare e in astinenza da multe, dopo aver fatto avanti e indietro dalla via in cerca dei fuggitivi, si erano messi a piantonare con camionetta e giubbotto rifrangente, manco fossero militari in guerra, proprio l’incrocio che portava alla campagna, cercando la pericolosa fuorilegge andata a fare assembramento con le margherite e con due ghiaccioli ormai sciolti nello zaino e che sarebbe dovuta per forza ripassare di lì. Non potendo tornare indietro, non ho potuto fare altro che spingermi sempre più in là, verso il fiume, sempre “in prossimità” certo ma gli autisti delle 3 auto che ho incontrato per strada (tutti solitari con mascherina autosoffocante) mi hanno lanciato sguardi riprovevoli e quasi assassini. Lì sono dovuta rimanere “imboscata” anche se non c’era boscaglia fitta dove ripararmi in caso fossero avanzati, camminando avanti e indietro, senza sapere cosa fare, con la triste angoscia di essere davvero entrati in un mondo nuovo, brave new, senza ritorno. Certo avrei potuto affrontare i due cowboy questionando sulla riserva di legge per la limitazione della libertà di circolazione, sulla nullità delle ordinanze comunali come fonti di diritto a limitare libertà fondamentali, sull’incostituzionalità dei DPCM e l’incerta definizione di “prossimità” con conseguente impossibilità di comminare sanzioni in assenza di una norma che determini con precisione la condotta vietata etc, ma quel non ero nelle condizioni morali per farlo perciò lì sono rimasta finché mi sono fatta veire a prendere in auto per passar loro accanto e…seminarli riguadagnando la domestica prigione (la tentazione di andare a parlare con la tale signora era forte, ma non ero nelle condizioni emotive per farmi carico di altro).
Di aneddoti così ve ne sono diversi anche più bizzarri e mi colpisce sempre la dimensione hobbesiana e la cecità totale dei due minuti d’odio che sembra convogliare tutte le paure degli ignoranti delatori o del solerte ufficiale, entrambi sinceramente convinti di contribuire al “bene comune”. All’atmosfera più che reale da psicopolizia orwelliana, che con la determinazione degli affetti stabili/instabili per decretazione contesca ha oltrepassato di gran lunga il Miniluv (Ministero dell’Amore di 1984), si aggiunge la visita del mio profilo da parte di misteriosi soggetti che si occupano di “lobbying” anche per il governo, autori di interessanti articoli su vaccini e Coronavirus… probabilmente la Stasi mi avrà tracciata mentre sfrecciavo dal fiume col ghiacciolo che colava, persona pericolosa da attenzionare.
Ad ogni modo, la situazione è culturalmente e socialmente gravissima, la gente è incattivita, invaginata nei propri perimetri mentali eterodiretti ormai senza neppure il bisogno di ricorrere a raffinate tecniche: è l’imbecillità che autocircoscrive corpi e pensieri dal monodispensatore di amuchina cerebrale quotidiana, il famoso mainstream. Ecco noi dobbiamo essere il meandro, il rivolo che devia ma non si ferma, al limite diventa carsico, finché non troverà uno sbocco meritevole di luce.
“LOCKSTEP” by Rockfeller 2010 (come da copione)
Don’t talk to anyone, don’t touch anyone, stay away from other people
(Sembra il leitmotiv di un nuovo paradigma antropologico: “Odia il prossimo tuo come te stesso”)
Il film Contagion del 2011 non lo ricordo bene, o forse mi ero rifiutata di vederlo con attenzione, come uno di quei film tv con orribile sceneggiatura alla tedesca, a quanto pare lo hanno riproposto proprio l’altra sera, giusto per dare una stretta psicotica alla massa, ma è a questo punto interessante notarne la tempistica. Proprio nel 2010, nove anni prima dell’Event 201 Pandemic Exercise (la famosa e tuttavia sempre incredibile simulazione di pandemia da Coronavirus con relativa gestione delle conseguenze socio-economiche globali messa in atto dal solito preveggente Gates in collaborazione con il Johns Hopkins Center for Health Security e il World Economic Forum), i Rockfeller avevano già messo in scena, in una delle “narrazioni” sul futuro alle quali prepararsi, il Lockstep (tipo ‘stretta totale’) per questa pandemia ‘prevista’ per il 2012 (visto che forse quella del 2009 da H1N1 non gli era riuscita bene), ‘scenario’ illustrato da pagina 18 di questo documento, il cui sottotitolo è eloquente:
LOCKSTEP A world of tighter top-down government control and more authoritarian leadership (Un mondo basato su un maggiore controllo governativo dall’alto verso il basso e più autoritarismo)
La somiglianza con la realtà che stiamo vivendo è impressionante, dovrebbe anzi impressionare chiunque. Tutti colti impreparati da una pandemia causata come da copione da un salto di specie (qui da oche selvatiche) e con 8 milioni di morti (il 20% della popolazione globale) in sette mesi. Si prevede tutto: i danni all’economia (deadly effect on economies), alla mobilità e attività commerciali chiuse per mesi (shops and office buildings sat empty for months), si esalta la strategia di rigida quarantena della Cina (a few countries did fare better — China in particular. The Chinese government’s quick imposition and enforcement of mandatory quarantine for all citizens, as well as its instant and near-hermetic sealing off of all borders, saved millions of lives)
Si parla di regole ferree autoritarismo e sorveglianza, obbligo di mascherine e controllo della temperatura per accedere agli spazi comuni come supermercati o stazioni, sorveglianza e controllo che sono rimasti e si sono persino intensificati dopo la fine della pandemia (During the pandemic, national leaders around the world flexed their authority and imposed airtight rules and restrictions, from the mandatory wearing of face masks to body-temperature checks at the entries to communal spaces like train stations and supermarkets. Even after the pandemic faded, this more authoritarian control and oversight of citizens and their activities stuck and even intensified.)
La parte che trovo più inquietante è questa, dove si dice che i cittadini inizialmente avevano accettato di buon grado l’idea di un mondo più controllato rinunciando volontariamente a sacrificare un po’ di sovranità e privacy ad uno stato paternalistico in cambio di sicurezza e stabilità, erano più malleabili persino desiderosi di controllo verticale (At first, the notion of a more controlled world gained wide acceptance and approval. Citizens willingly gave up some of their sovereignty — and their privacy — to more paternalistic states in exchange for greater safety and stability. Citizens were more tolerant, and even eager, for top-down direction and oversight).
Ma ecco che nei paesi più sviluppati questa sorveglianza prese la forma di schedatura biometrica (In developed countries, this heightened oversight took many forms: biometric IDs for all citizens, for example), voilà il microchip per tutti ID2020, marchio a tatuaggio quantico firmato Rockfeller (Governo Unico Mondiale), Gavi (Governo Unico Mondiale tramite i vaccini) e Gates Foundation (Vaccini per il Governo Unico Mondiale), ovviamente.
Ciò detto, non so se Contagion faccia parte del Rockfeller ‘scenario’, certo è che siamo nella situazione in cui la realtà supera la fiction, o si testa, umiliandola, la capacità intellettiva delle masse e la soglia di sopportazione: quanto gigante deve essere l’elefante prima di essere visto?
A proposito di abbracci vietati
Permettetemi una chiusura meno polemica e più poetica. Fra tutte le cose umane vietate, bavagli vari e distanziamenti, pensavo (anche alla luce del “cluster di Ferrara” partito da una milonga): che ne sarà del tango, di quel pensamiento triste que se baila (Enrique Santos Discépolo), “bestia a quattro zampe che dura il tempo di una canzone” (bestia de cuatro patas, lánguida o vivaz, que vive lo que dura una canción y muere asesinada por el ultimo compás), molto più che una danza, rito y religión (come incide acuta la voce da usignolo di Azucena Maizani nell’indimenticabile Danza Maligna del 1929), emblema dell’abbraccio come luogo dove stare, con la parola dissolta, dove ci si scambia il cuore e persino el aliento (il fiato)[4]? Condivisione totale, fusione che trascende il corpo e non esiste al di fuori dell’abbraccio ad occhi serrati, ma anche libertà totale di improvvisare, il tango ha molto a che fare con la poesia. Come la poesia, il tango è creazione (poiesis), demiurgo che non crea ex nihilo ma plasma la materia-musica per farne geometrie effimere sul piso, mentre il poeta plasma l’emozione per farne parola. Come la poesia, il tango è silenzio e sottrazione (se per Gavito il tango rende possibile l’impossibile, ballare il silenzio, per Ungaretti la parola è impotente, non potrà mai dare il segreto che è in noi, lo avvicina): sia nel tango che nella poesia la parte eloquente non è il detto (il compás) ma il non detto, la pausa, il vuoto che però si fa epifania di quel senso che sia il tanguero che il poeta cercano oltre il velo di Maya, oltre la Matrix delle apparenze, oltre il caproniano muro della terra nel tentativo di elevarsi al di sopra del contingente. Come la poesia, il tango è verità, anzi superamento della dicotomia fra bellezza e verità, fra intelletto e cuore: quando inizia un tango c’è solo la verità di quel momento, senza didascalie né sovrastrutture. Da milonguera di vecchia data, temo che el piso delle milongas di tutto il mondo non sarà solcato dalle effimere geometrie delle coppie improvvisate per lungo tempo. La morte del tango è la morte del ‘camminare insieme in un abbraccio’, della condivisione di uno spaziotempo che ha i connotati del mito e le sembianze di una magia tutta umana e i cui pilastri sono oggi vietati: vicinanza e libertà.
Speriamo che possa rinascere presto e noi con lui.
Emanuela Lorenzi
Fonte: comedonchisciotte.org
4.05.2020
NOTE
* [1]http://www.altramantova.it/it/cronacaam/mantova-am/25437-coronavirus-il-virologo-burioni-su-plasma-iperimmune-ok-in-emergenza-non-si-puo-pensare-uso-esteso-diverso-discorso-per-siero-artificiale-e-solleva-alcuni-dubbi-de-donno-poma-replica-su-facebook-importante-e-salvar-vite.html
[2]https://www.realclearpolitics.com/video/2020/04/05/bill_gates_things_wont_get_back_to_normal_until_we_have_got_a_vaccine.html
[3] http://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=84689
[4] Así se baila el tango! Sintiendo en la cara/La sangre que sube/A cada compás;/Mientras el brazo,/Como una serpiente,/Se enrosca en el talle/Que se va a quebrar./Así se baila el tango!/Mezclando el aliento,/ Cerrando los ojos/ Pa’ escuchar mejor