da GreenBitz.it
Gli OGM sono il futuro dell’agricoltura su larga scala? Gli ultimi dati disponibili evidenziano una crescita della coltivazione di varietà geneticamente modificate in 28 Paesi del mondo. 28 Paesi su 198 però, considerando l’intero Pianeta, non rappresentano di certo la maggioranza.
Vero è che nel mondo la superficie coltivata con sementi geneticamente modificata, limitatamente ai 28 Paesi indicati dai dati dell’ISAAA, è aumentata di 6 milioni di ettari nel 2014 rispetto all’anno precedente, raggiungendo il totale di 181,5 milioni di ettari.
Si tratta di quanto emerge dal rapporto ISAAA “Brief 49: Global Status of Commercialized Biotech/GM Crops: 2014”. I 28 Paesi indicati includono anche i pochi Stati europei che hanno deciso di introdurre gli OGM in agricoltura.
In Romania, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Portogallo troviamo coltivazioni di mais che coprono superfici inferiori a 0,05 milioni di ettari. Le maggiori coltivazioni europee di mais OGM si trovano in Spagna, ma la superficie loro dedicata è comunque inferiore a 0,1 milioni di ettari.
In Europa le coltivazioni OGM riguardano esclusivamente il mais Monsanto MON810, l’unica varietà geneticamente modificata ammessa nei confini UE fino a questo momento.
Le maggiori coltivazioni di OGM nel mondo coinvolgono gli Stati Uniti, con 73,1 milioni di ettari coltivati con sementi geneticamente modificate di mais, soia, cotone, colza, barbabietola da zucchero, alfa alfa, papaia e zucca.
Seguono Brasile e Argentina con coltivazioni di soia, mais e cotone rispettivamente per 42,2 e per 24,3 milioni di ettari. In India, uno dei Paesi dove le proteste contro l’agricoltura OGM sono maggiori e dove il Governo ha attuato piani ben precisi per promuovere l’agricoltura biologica, viene coltivato cotone OGM su 11,6 milioni di ettari.
In Cina gli OGM occupano 3,9 milioni di ettari di terreni agricoli e includono la coltivazione di cotone, papaia, pomodori e peperoni. Nel resto del mondo per quanto riguarda gli OGM si coltivano soprattutto soia, cotone e mais. Il cotone viene utilizzato per la produzione tessile mentre gran parte della soia e del mais geneticamente modificati viene avviata alla produzione di mangimi per gli animali da allevamento.
Davvero la coltivazione di OGM può essere considerata un segno di innovazione? L’Italia e alcuni Paesi europei si stanno battendo per consentire ad ogni Stato di essere libero di vietare la coltivazione di prodotti geneticamente modificati.
Tra le ragioni principali dell’opposizione agli OGM troviamo difesa del Made in Italy e dell’agricoltura tradizionale e nazionale, salvaguardia della biodiversità e dell’agricoltura biologica da contaminazioni, protezione dell’ambiente e della salute della popolazione.
Assobiotec ha accolto con favore il nuovo rapporto ISAAA sulla crescita delle coltivazioni di OGM nel mondo e si dimostra amareggiata rispetto alla posizione dell’Italia nel panorama globale:
“Purtroppo” – ha dichiarato Alessandro Sidoli, presidente di Assobiotec, Associazione per lo sviluppo delle biotecnologie, che fa parte di Federchimica – “la recente decisione del governo italiano di proibire nel nostro Paese la coltivazione di organismi geneticamente modificati, insieme alle modifiche che l’Unione europea si accinge ad approvare in materia di autorizzazione alla coltivazione, ci allontanano dal mondo e privano la nostra agricoltura di una leva di innovazione fondamentale per competere nei mercati internazionali”.
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Se il 2014 ha portato ad una crescita della superficie agricola mondiale coltivata ad OGM, per il 2015 potremo aspettarci un inversione di tendenza, proprio a partire dall’Europa?
Consulta qui la mappa e la classifica dei Paesi coltivatori di OGM nel 2014.
Marta Albè